Abbiamo il piacere di pubblicare la versione integrale della relazione di Giovanna Fileccia (moderatrice e relatrice) della presentazione della silloge PERFUME DE AMOR –2019, Edizioni Billeci –

Oggi Antonio Barracato e Francesco Billeci per presentare il loro libro Perfume de amor hanno coinvolto un bel gruppo di amici e amiche che amano la poesia.

Quando penso alla poesia mi viene in mente un fulmine che cade su di un ulivo saraceno e lo spacca in due. Mi piace pensare che la poesia accade all’improvviso e si manifesta all’animo di colui che è predisposto ad accoglierla. Cade-a, arriva, e, in un momento, il poeta vede, al di là di ciò che è visibile. Vede mani in movimento e immagina suono di vita, osserva la natura e si inebria di bellezza. E la bellezza ha il potere di offuscare il brutto, il marcio; di spazzare il fango del quale il mondo odierno gronda.

Pochi di noi ce ne rendiamo conto ma di bellezza siamo invasi: sì, c’è bellezza in ogni giorno che sorge e tramonta, c’è bellezza in un abbraccio che conforta, in una parola che risana; c’è bellezza in una goccia di pioggia che oltre allo scroscio porta anche un profumo di fresco e di pulito.

Ora vi chiedo: e se ognuno avesse la capacità di trasformare la bellezza in parole, gli abbracci in azioni, e i profumi in poesia? certo la vita sarebbe più godibile e il fango a poco a poco verrebbe sostituito dal profumo. Ed è ciò che tentano di fare i nostri due autori. Sia Antonio che Francesco tramutano il brutto in bello, l’oscurità in rinascita, il dolore in gioia. Non è affatto facile, credetemi, eppure vi posso assicurare che se poesia nasce anche la sofferenza più greve smussa i suoi angoli appuntiti che odoreranno di profumo d’amore.

Il profumo ha potere evocativo: viaggia attraverso l’olfatto e risveglia la memoria. È un persistente odore che impregna gli attimi. Il profumo rievoca una serie di momenti che abbiamo già vissuto. Ci aiuta a scegliere il cibo, ad avvicinarci o allontanarci da luoghi e persone.

In questo caso il profumo ha avvicinato due poeti siciliani a un poeta spagnolo: Josè Costantin, che ha tradotto il libro con la musicalità della lingua spagnola che melodiosa arricchisce la poesia per i suoni soavi e morbidi.

In Perfume de amor troverete l’armonia dello spagnolo, la profondità del siciliano e la dolcezza dell’italiano. Troverete suoni gutturali e sentimenti in contrasto perché, come disse Nietzsche “Ogni parola ha un suo odore: c’è armonia e disarmonia degli odori e dunque delle parole”.

L’aforisma di Nietzsche, lo ritrovo nelle poesie di Barracato e Billeci. I due autori infatti hanno indossato un profumo speciale fatto di parole, un odore che spande amore. E l’amore, si sa, è fatto di armonia e disarmonia, come la vita.  A noi non resta che seguire la loro scia e lasciarci inebriare di odorosi versi.

La prima cosa che vi sottopongo del libro che vi presento è la copertina. Io amo il mare e i suoi elementi e in questa fotografia di Antonio Barracato oltre al paesaggio marino ci sono due gabbiani con il becco aperto come se stessero cantando e il loro canto stesse volando col vento espandendosi sulle acque e sulle rocce per rimbalzare sulle onde e arrivare alla gente. La poesia di Antonio e di Francesco arriva alla gente. Loro sono due uomini miti e selvaggi che “garriscono” per farsi ascoltare.

Barracato e Billeci pur avendo in comune gli stessi ideali, la stessa voglia di comunicare, e pur possedendo il medesimo canto, in realtà, esprimono il loro sentire in modo diverso.

Nelle poesie di Barracato c’è l’attesa di una parola che sicuramente arriverà a chiudere il verso. Nella sua poesia c’è un’assonanza di note semplici come può essere semplice il profumo di un’arancia (che semplice non è). Antonio nel suo poetare non segue schemi né regole se non quella di comunicare emozioni. È un visivo per cui vede e fa vedere. Capta l’emozione di un attimo, un fermo-immagine in cui le parole assumono i contorni di un panorama marino, di un cuore di madre, di un desiderio di un’amante. È un poeta romantico. Il suo è un canto melodioso fatto di rime non convenzionali e assonanze che ingentiliscono il ritmo. Ma non solo: per Antonio la poesia è un prolungamento dell’arte fotografica. Poesia e fotografia creano quel dinamismo che gli è necessario per sentirsi completo come uomo e come artista.  Nei versi di Barracato traspare serenità e un’etica gentile che trasuda amore per il bene di tutta l’umanità. Un’etica che oggi dovrebbe essere ri-acquisita da ogni uomo e da ogni donna.

Nella poesia di Billeci ho avvertito molta nostalgia e malinconia. Come se cercasse di afferrare, di inseguire un’emozione. Sembra che a lui piaccia corteggiare ciò che gli manca, ciò che non ha. È sua prerogativa farsi portavoce dei sentimenti, delle azioni, dei dolori che osserva e assorbe dall’esterno. Riesce a immedesimarsi e narrare vissuti lontani e vicini a lui. C’è in Francesco il ricercare il dolore per poi farsi salvare dall’amore. Per Francesco l’amore è lealtà. È come se avesse vissuto già molto più del suo tempo. Nei suoi versi c’è un dolore pesante, greve, che ammanta d’angoscia molti dei suoi gesti, dei suoi pensieri e suoni interiori. Billeci dice Vorrei, vorrei: come se avesse il desiderio di superare barriere, confini, limiti proprio come fa un gabbiano. Francesco ha bisogno della passione, dell’amore, ha bisogno di attenzioni, di carezze, di ascolto. L’amore lo percepisce in senso fisico e concreto. Fatto di amplessi, fianchi divini, linfa che nutre l’anima e infinite carezze.

Mi fermo qui e vi ringrazio amici per avermi invitata oggi. In questo periodo per me così triste e doloroso mi avete riscaldato il cuore. Non c’è nulla di più intenso del profumo d’amore: persiste nel tempo e travalica ogni spazio. A voi tutti, anche ai miei figli che sono qui presenti, confido un segreto: io il profumo d’amore lo sento nell’aria anche se il mio amore adesso è lontano.

Giovanna Fileccia

Borgetto, domenica 25 agosto 2019