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TRATTO DAL GIORNALE LA SICILIA DI OGGI

La denuncia, a mezzanotte, arriva da Nello Musumeci: «Mi segnalano appena adesso che a Messina stanno sbarcando dalla Calabria molte persone non autorizzate. Non è possibile e non accetto che questo accada. Ho chiesto al prefetto di intervenire immediatamente. C’è un decreto del ministro delle Infrastrutture e del ministro della Salute che lo impedisce. Pretendo che quell’ordine venga rispettato e che vengano effettuati maggiori controlli alla partenza. Il governo nazionale intervenga perché noi siciliani non siamo carne da macello!». Così scrive il presidente della Regione sulla propria pagina Facebook, postando un’emblematica fotografia di auto in fila agli imbarcaderi dei traghetti.

Una beffa, in barba ai decreti del presidente del Consiglio per limitare i movimenti nel Paese e alle ultime ordinanze del governatore per “blindare” l’Isola dalla diffusione del contagio, con una rigida quarantena per chi è rientrato dopo il 14 marzo. Sui social, in piena notte, si diffonde la rabbia. Centinaia le proteste dei siciliani. «Devono tornare indietro! Indietro! Fermate questi barbari subito», fra le richieste di chi s’indigna per l’ennesimo sbarco in Sicilia. Rispetto alle scorse settimane non è più soltanto una questione etica, ma anche una violazione di legge. Una notizia che, data dal vertice della Regione, fa scattare il panico. E, oltre a chi protesta perché «noi siciliani stiamo restando a casa, mentre c’è chi arriva e così i nostri sacrifici sono inutili», c’è anche chi chiede «interventi concreti sullo Stretto, e non post su Fb» e chi invoca ironicamente… Mary Poppins.

Tant’è che lo stesso Musumeci, un’ora dopo, dà un’altra comunicazione: «Ho appena avuto conferma dalla Prefettura di Messina che saranno ulteriormente intensificati i controlli sullo Stretto. Possono passare, alla luce del provvedimento nazionale, solo i pendolari che svolgono servizio pubblico, come sanitari, forze armate e di polizia. Basta. Stiamo facendo sacrifici enormi e bisogna dare certezze a tutti i cittadini che questa fase è seguita con impegno». Ma è chiaro che la storia non finisce qui.

I decreti pubblicati 24 ore prima dell’entrata in vigore servono ai furbetti, che spinti da un indegno spirito di irresponsabilità, rientrano in Sicilia mettendo in serio pericolo la salute dei propri congiunti. E la cosa più grave ed imperdonabile è il fatto che conoscono bene la situazione precaria e insufficiente della sanità isolana.

SVEGLIA POPOLO SICILIANO NON POSSIAMO FARCI CONDANNARE A MORTE IN QUESTO MODO. DENUNCIAMO I CASI DI RIENTRO CHE NON APPLICANO LA QUARANTENA E COLORO I QUALI NASCONDONO LA VERITA’. ATTIVARSI IN TAL SENSO NON SIGNIFICA FARE LA SPIA MA PRESERVARE LA SALUTE PUBBLICA ED AVERE SENSO CIVICO.