Pubblichiamo l’articolo intervista dello scrittore e poeta Ernesto Russo di Volla, una storia triste che va divulgata  per smuovere le coscienze e continuare a credere nella legalità. Siamo tutti con Ernesto Russo … vai avanti non sei solo!

La storia

Mi chiamo Ernesto Russo e vivo una assurda storia di vita nel completo silenzio delle istituzioni.

Come puoi ritrovarti con qualche piccolo reato penale, senza nemmeno accorgerti di ciò che hai commesso, ed avere la conferma di ciò che sostiene Don Luigi Merola, prete anticamorra: “non è necessariamente importante morire prima per ritrovarti in una fossa”.  Tutto iniziò nel lontano 2001, con la mia sola ed unica “colpa” di aver investito su un lotto di terreno, dove volevo costruire il mio futuro, ma soprattutto quello della mia famiglia, ma poi “qualcuno” che aveva snobbato in precedenza l’affare tornò alla carica per sottrarmelo, e poter mettere in atto la sua colata di cemento al solo scopo speculativo: ad oggi si insiste ancora!… “Lascialo senza fare troppi casini, perché già ti hanno buttato la benzina addosso”.

Le parole “incoraggianti” di un loro fiduciario portate fino a destinazione. E così da quel momento decisi di rendere pubblica la mia storia, perché ormai è un dato di fatto, che chi rimane da solo non ha futuro. E per non rimanere solo, dopo aver ricevuto una grande delusione da parte di una nota associazione antimafia, che ritengo non sia neanche il caso di citarla, per non dare alla stessa troppa importanza immeritata. A differenza della testata giornalistica “La Repubblica” che in primis con grande umiltà, rendendosi conto della gravità dei fatti, diete la possibilità ad uno sconosciuto di darsi voce da solo dalle sue prestigiose pagine. Cosa che non ho mai smesso, e non smetterò mai di ringraziare in ogni occasione pubblica che mi verrà concessa per raccontare la mia storia, che ormai porto in giro per l’Italia. Come ringrazierò sempre “Le Iene” – puntata del 12 aprile 2017, servizio di Roberta Rei – che mi aiutarono a recuperare dopo 10 anni i circa 18.000 €, versati nelle casse del Comune di Volla per il rilascio di un permesso di costruire, e successivamente annullato in autotutela per voler del “sistema” solo perché non scesi a compromessi con tali personaggi, che operano da indisturbati sul territorio.

Un articolo su “ La Repubblica”che sicuramente oltre ad allungarmi la vita, mi portò anche a ricevere nel 2016 il premio antimafia dedicato alla memoria di Piersanti Mattarella, Presidente della Regione Sicilia: ammazzato dalla Mafia, proprio perché come il sottoscritto aveva sempre respinto al mittente ogni tipo di ricatto.

Una grande emozione, quella di ritrovarmi nella prestigiosa sala del Campidoglio in occasione della conferenza stampa (foto) la quale anticipava il giorno della premiazione. Uno sconosciuto tra i sei finalisti, che a differenza del sottoscritto, erano tutti dei veri ed affermati giornalisti della carta stampata, da Paolo Borrometi ad Arnaldo Capezzuto senza nulla togliere agli altri.

Una grande esperienza coltivata nel tempo, che ad oggi nel volermi intervistare da solo ho le idee ben troppo chiare:  

L’Introduzione    

“Volla. Io, un cittadino vittima dei soprusi della Pubblica Amministrazione, e del silenzio dello Stato. Atto II”

Ernesto Russo

“Vuole dare inizio ad una colata di cemento ai piedi del Vesuvio” decantava il comune di Volla al Consiglio di Stato contro un normale cittadino: ma poi?!…

Ad oltre cinque anni di distanza, in piena emergenza Covid-19, torniamo a parlare della cittadina alle pendici del Vesuvio, per cercare di capire se qualcosa è cambiato a favore dello sfortunato protagonista, colpito da anni da ben altro Virus. Una assurda storia di vita, solo per aver detto No! Al “sistema” tecnico-politico-costruttori, che agisce da indisturbato proprio per la totale – o quasi – assenza dello Stato sul territorio.

Un territorio che stranamente – o volutamente – è sempre sfuggito alla cosiddetta “zona rossa” a rischio Vesuvio, dove è assolutamente vietato edificare, con l’aggravante di importare cubatura da altri paesi vesuviani, dove vige il divieto più assoluto per tale operazione di edificabilità.

Un fenomeno, quello di importare cubatura da paesi limitrofi, portato anche all’attenzione del Parlamento Nazionale – grazie anche all’impegno di Russo – con una interrogazione a risposta scritta, durante il periodo della diciassettesima legislatura: seduta 594 del 21 marzo 2016. Interrogazione curata dall’Onorevole Arturo Scotto, capogruppo di Sinistra Italiana-Sinistra Ecologica Libertà, e rivolta direttamente al Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. Ma purtroppo ad oggi di tale interrogazione sullo strano fenomeno vollese, non c’è stata ancora alcuna risposta: né verbale e né per iscritto.

Un argomento su cui lo Stato ha preferito tacere, imitando la Procura competente – Nola – che ha sempre taciuto su una denuncia presentata in data 15 aprile 2015 a firma di cinquanta cittadini.

Una vera “Class Action” ideata proprio da Russo durante un’assemblea pubblica, convocata nella sua proprietà – foto – a  suo tempo circondata da più cantieri a pieni regimi. Evento storico battezzato “Rompi il Silenzio” proprio per cercare di smuovere le coscienze dei propri concittadini, nel difendere i propri diritti. Da lì a poco più di due mesi, bis con “Rompi il Silenzio 2” moderato dal giornalista de “Il Mattino” Giuseppe Crimaldi, visto che il nuovo evento si arricchiva anche della presentazione di un libro a tema: “Chiamatela pure Giustizia (se vi pare)” con l’immancabile partecipazione degli autori Nico Pirozzi, scrittore giornalista e Giovandomenico  Lepore, già a capo della Procura di Napoli, e di don Luigi Merola prete anticamorra. Ma soprattutto vedeva una massiccia partecipazione di coraggiosi cittadini vollesi, che come Russo invocavano il proprio diritto: quello di potersi costruire una casa, per le proprie esigenze familiari. A differenza dei soliti noti cementieri speculatori, sempre favoriti dalla politica locale, come già citato anche con la benedizione di importare cubatura da paesi limitrofi, fatta atterrare addirittura su terreni agricoli. Operazione fattibile con varianti ad hoc al Piano Regolatore vigente, o permessi in deroga agli strumenti urbanistici, con un totale stravolgimento anche delle zone F, riservate alle attrezzature pubbliche.  

L’unico a rimetterci della colata di cemento senza limiti che ha stravolto Volla, è stato proprio Russo, in primis colpito da una sentenza del Consiglio di Stato, la numero 6182/2008 che riconosceva – e riconosce a tutt’oggi – una vasta zona dove ricade anche il suo lotto, tra le cosiddette “zona bianca” dove in attesa di un nuovo strumento urbanistico, l’indice di edificabilità scende a quello che regola le zone agricole, cioè nella misura massima dello 0,03 metri cubi per metro quadrato. Unico caso nella storia di Volla di rivolgersi al Consiglio di Stato, con la finalità di colpire solo chi come Russo non si è adeguato alle regole di strada. Non a caso la citata sentenza del Consiglio di Stato è stata applicata volutamente solo sul lotto di Russo – come da foto – perché lo stesso Russo non ha mai voluto barattare il suo lotto con il sistema vollese, in cambio di qualche “appartamento”. 

La conferma dell’unico caso – almeno a memoria d’uomo – in cui il Comune di Volla chiese un giudizio di secondo grado a Palazzo Spada, dopo la sentenza di primo grado emessa dal TAR-Campania a favore di Russo, è arrivata proprio recentemente, dove lo stesso Comune di Volla ha confermato la sua parzialità. Proprio come aveva già ricordato a Russo il dottor Lepore, durante la presentazione del suo libro con una citazione di Giolitti: “ Le leggi si applicano ai nemici e si interpretano per gli amici.”

Usando due pesi e due misure, Re Comune ha rinunciato a presentare un nuovo ricorso al Consiglio di Stato, contro noti costruttori dal cemento speculativo, dove con molta probabilità con tale operazione andava a danneggiare gli stessi “amici di merenda”. A quegli amici, che sul territorio di Volla è permesso tutto senza nessun diritto di replica da parte di terzi!…

Russo, in veste di referente territoriale, della “Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore” fu anche l’ideatore della non meno storica fiaccolata contro il cemento speculativo, unendo in primis più associazioni del territorio per remare insieme contro quel mare di cemento speculativo.

Da lì a poco tempo, Russo per la sua tenacia fu scelto proprio per interpretare il Sindaco Pescatore, nel docufilm “Il Coraggio nel Cambiamento” prodotto dalla Step One Productions.

L’(auto)Intervista

Russo: partiamo dalla fine di quell’articolo a tua firma, che tu stesso hai sempre definito che Repubblica per la gravità dei fatti, con grande umiltà permise ad uno sconosciuto di darsi voce da solo.

Ok, per me va bene.

“Non ho più paura dell’antistato, ma del silenzio dello Stato”

Cosa l’ha portato a presentare un nuovo appello al Ministro dell’Interno: forse ha iniziato a percepire la vicinanza delle istituzioni che tanto ha invocato?

Per essere sincero la vicinanza delle istituzioni nei confronti del sottoscritto ad oggi non ce mai stata. Ma l’unica speranza che rimane a chi denuncia certi argomenti scottanti, è quella di incontrare lo Stato sul suo cammino per potersi salvare.

Ho inviato anche alla dottoressa Lamorgese una informativa in data 24 febbraio c.a., perché anche lei in occasione dell’inaugurazione della nuova sede della DIA a Foggia, non ha perso l’occasione di puntare l’indice sui cittadini per le poche denunce. Accusa che l’ho ritenuta una offesa, per chi come il sottoscritto ha avuto sempre il coraggio di denunciare, e non di girarsi dall’altra parte davanti a situazioni in odor di illegalità. E così ho sfruttato l’assist e ho invitato anche Lei a Volla, per rendersi conto di come vive chi trova il coraggio di denunciare nel completo silenzio delle istituzioni.

Gli atti intimidatori, se non vogliamo usare il temine minacce: sono ripresi?

Si, quelli non mancano mai a chi si mette contro il sistema per difendere i propri diritti. Nuovi episodi verificati a fine-nuovo anni. Episodi che guardando anche l’altra faccia della medaglia, servono anche a farti capire che stai agendo nella direzione giusta, e qualcuno teme le tue azioni.

Li hai denunciati?

Certo che li ho denunciato, anche perché l’atto intimidatorio lo ritenevo rivolto non solo al sottoscritto, ma anche alle istituzioni.

In che senso?

Nel senso che tutto è partito da una mia ironia sulla mia pagina sociale, nel commentare una foto di una conferenza stampa, che normalmente avviene dopo una grossa operazione di arresti, nella quale ritraeva due Procuratori di spicco alla lotta alla Camorra, come il dottor Melillo e il dottor Borrelli, ed il Generale dell’Arma Angelosanto. E visto che l’atto intimidatorio ritrovato all’interno della mia proprietà consisteva in un sacchetto contenente quattro teste di finocchi con gambi mozzati, ho interpretato, come da denuncia presentata nella locale caserma dei Carabinieri, in data 02 gennaio, dopo il loro intervento sul posto per le verifiche del caso, di essere in buona compagnia.

La mia ironia alludeva che presto ci potrebbe essere anche una conferenza sui probabili arresti a Volla, e a qualcuno è andato di traverso, per poi passare alla contro-risposta materiale. A mio avviso non perdendo tempo nel comunicarci in “codice” che se quella conferenza si farà vi mozziamo le gambe, oppure la testa. Chiaramente ad ognuno lascia la sua libera interpretazione: io altre non ne ho trovate.

Al di là delle interpretazioni, la cosa certa, è che quel sacchetto con le quattro teste di finocchi freschissimi, ritrovato in un posto strategico all’interno della mia proprietà, non era destinato alla raccolta differenziata in quanto deperiti, e lì quel sacchetto non ci è arrivato da solo.

In precedenza hai invitati altri Ministri a recarsi a Volla per ammirare la “bellissima” colata di cemento?

Si! Tra i suoi predecessori, colleghi di altri Ministeri, Prefetti, Presidenti e Procuratori, la lista è lunga. Con questo triste episodio pensavo che lo Stato battesse un colpo, ma al momento ha preferito tacere ancora: forse è in attesa del mio cadavere?!…

Non hai mai chiesto al Senatore vollese Vaccaro di far arrivare la tua voce nei Palazzi romani?

A prescindere che non mi sono mai accorto che Volla abbia un Senatore che la rappresenti. Ma per dovere di cronaca va detto che nel settembre 2018, di Sua iniziativa mi annunciò telefonicamente da Roma una Sua visita ufficiale sul posto della discordia, con al seguito una delegazione della Commissione Parlamentare Antimafia, già programmata per il fine settimana. Ma purtroppo, una volta giunti a Volla preferì – o preferirono – virare su lidi più tranquilli per una normale passerella, senza andare a toccare argomenti scottanti, come quelli del sottoscritto: è un dato di fatto che la Camorra fa paura a tutti!

Ma a Volla esiste la Camorra: quella vera per intenderci?

Per saperlo non c’è proprio bisogno della conferma del sottoscritto. Basta andare su Wikipedia alla voce Volla, dove non viene risparmiato che nel 2004 l’amministrazione fu sciolta proprio per ingerenza da parte della criminalità organizzata. Leggere qualche relazione investigativa antimafia, oppure leggersi qualche libro di Saviano.

Quale?

Lasci stare. Voltiamo pagina: io la Camorra, o presunti camorristi che vogliono sembrare tali, l’ho sempre combattuto solo a casa mia, per difendere la mia proprietà ed un mio legittimo diritto, e non a casa degli altri. Sono stati sempre loro a varcare la soglia della mia proprietà, portando con loro delle vere minacce, o le stesse sottoforma di proposte indecenti, da non prendere nemmeno in considerazione.

Quale è stata la motivazione che ha portato anche te a denunciare l’edificazione sulle zone F: visto che dici di guardare solo in casa tua?

Infatti è quello che ho fatto: ho guardato in casa mia. La mia motivazione parte nel lontano 2001, quando l’Ufficio Tecnico di Volla, nella fase di frazionamento della particella madre, che comprendeva il lotto del sottoscritto e quello confinante con esso sul lato Sud di uguali misure.

In quella strategica fase definì che lì era impossibile edificare, in quanto lo stesso rientrava in zona F, a differenza del lotto che stavo per acquistare che rientrava – e rientra a tutt’oggi – nella   zona B. Il tutto confermato da un certificato di destinazione urbanistica allegato all’atto notarile. Dove si evidenzia la legittimità di poter edificare su una superficie di non più del 20% dell’area totale del lotto, ma poi successivamente per voler di “qualcuno” si sono invertiti i ruoli. Il lotto alle mie spalle al di là del muro di confine, ricadente in zona F- Attrezzature Pubbliche, per “pura coincidenza” dopo il cambiato di paternità a favore dei soliti noti, è nato un mostro di cemento che ha coperto quasi l’intero lotto. Stessa operazione è avvenuta anche su tutti i lotti ai suoi lati, che rientrano sempre in zona F, mentre il lotto del sottoscritto, ricadente in zona B-Completamento Programmi, è diventato l’agnello da sacrificare sull’altare della speculazione edilizia vollese. La “stranezza” di tutto questo, è che il Comune di Volla, si accorse di avermi fatto investire su un lotto di terreno non edificabile, dal giorno in cui beccai due indesiderati speculatori cementieri: in seguito divenuti oggetti di attenzione di Procura, TV e carta stampata, in merito ad evasione fiscale e collusione con la Camorra. Soggetti che in precedenza al mio acquisto avevano snobbato l’affare, per poi tornare alla carica.

Come l’hai presa il sequestro di alloggi e ville da parte della Procura competente proprio perché sono risultati incompatibile con le zone F?

Male! Perché ad oggi chi ci hanno rimesso sono solo onesti cittadini, che hanno avuto la sola “colpa” di realizzare il sogno di una vita, e così facendo si sono ritrovati con un’ordinanza di sgombero, e con un mutuo da pagare. Mentre chi ha organizzato l’inganno rimane ancora a piede libero: con tale operazione non è una vittoria dello Stato, ma è una sconfitta per i cittadini onesti!

Quello che mi mette rabbia, come ebbi già modo di esternare, all’indomani dei sequestri per ordine della Procura competente, in un’intervista ai microfoni della Rai, è che lo Stato sapeva dello scandalo edilizio che stava per nascere a Volla, e poteva intervenire prima per evitare la mega

truffa: parliamo di oltre sessanta alloggi finiti sotto inchiesta. Intervista non mandata più in onda, con la giustificazione di aver ricevuto numerose minacce rivolte al sottoscritto. Minacce partite proprio dal vicinato che mi circonda.

Dopo tutto questo: la politica locale è corsa ai ripari?

Si,ora qualche politico “servitore” del sistema-cemento si dà da fare, invocando – o già ottenuta – una legge regionale retroattiva per sanare lo scandalo edilizio vollese, è così con tale operazione, non ha fatto altro che confermare, che lì in quelle zone F non era possibile edificare per uso proprio. Come denunciato in tempi non sospetti dal sottoscritto nell’anno 2012 alla Procura competente, che sulle zone F, al netto della già citata sentenza del Consiglio di Stato era impossibile edificare per uso speculativo, per poi mettere a rischio gli investimenti di numerosi cittadini che si apprestavano a comprare una casa: quindi si poteva intervenire prima per evitare il tutto.

Per non parlare del cemento colato in quelle vaste zone agricole, dove vecchi proprietari da due/tre generazioni non potevano fare altro che coltivare i campi, ma poi una volta ceduto i loro beni per pochi soldi, ad inventati imprenditori del cemento speculativo spesso nati dal nulla, o con grossi fallimenti alle spalle, ecco che tutto d’un botto, grazie alla grande magia dell’Ufficio Tecnico, sotto la supervisione politica di turno, si scopre che su quella area in alternativa agli ortaggi, si può anche coltivare cemento in verticale.

Ricapitolando: la politica vollese che dovrebbe stare al servizio dei cittadini, non sapeva che lì, in particolare sulle zone F, non era possibile edificare o e stata complice?

Anche questo non devo certo scoprirlo o confermarlo io. Ormai è un dato di fatto che certi personaggi per muoversi su un territorio, molto spesso a loro sconosciuto come nel caso di Volla, hanno bisogno della copertura di funzionari e politici locali.

Un fatto a mio avviso gravissimo, risale al 2012, quando proprio un giornalista di “La Repubblica” attratto dalla mia denuncia, con protocollo Comune di Volla 0018350 del 15 novembre 2012, chiedeva al Sindaco di entrare “nella sala dei bottoni” – Ufficio Tecnico – per accedere agli atti e alle informazioni, relative al Piano Urbanistico ed agli interventi effettuati o da effettuare sul territorio, anche in forza a provvedimenti legislativi, regionali e nazionali, operanti in deroga agli strumenti urbanistici: ma il Sindaco pro tempore, preferì non far scoprire il pentolone e mettere tutto a tacere!

Quindi tutti a remare pro speculazione edilizia?

L’unico politico locale, che ebbe il coraggio di remare contro il sistema, fu il compianto Agostino Navarro, scomparso prematuramente nell’estate 2017 risucchiato in mare da una maledetta onda.

Il giovanissimo politico vollese, in qualità di Assessore all’Edilizia Privata, con protocollo 1546 del 29 gennaio 2015, invitava l’Ufficio Tecnico a non autorizzare cambi di destinazione d’uso, a manufatti realizzati o da realizzare in zona F, del Piano Regolatore Generale vigente.

E’ inutile soffermarci che tale richiesta non fu mai presa in considerazione, ma conferma che a Volla con il cemento si stava andando in una direzione sbagliata, e dei rischi che avrebbe corso in seguito chi stava per acquistare casa per uso abitativo sulle zone F: quindi di quello che si stava mettendo in atto tutti lo sapevano, e tutti continuavano a fare orecchie da mercante. Mentre oggi dopo lo scandalo, qualcuno per scaricarsi dalle proprie colpe, le stesse le vuole attribuire al sottoscritto, che in una mattinata non remota, non avendo nulla da fare si è svegliato ed è andato a denunciare, perché non capisce che sul suo lotto non si può edificare. Fregandosene di chi ha fatto grossi sacrifici per potersi comprare una casa, dove era consentito realizzarla.

Il tutto dopo che mi avevano fatto passare per visionario, per poter portare a termine le loro belle truffe confezionate ad hoc!

Per concludere: continuerà ad andare avanti in attesa dello Stato?

Si!…

Perché come spesso ci ricorda il dottor Catello Maresca della Procura Generale di Napoli – e già   DDA – alla fine lo Stato vince sempre!…

Ernesto Russo