Linfa vitale che sovviene ad un universo interiore, la dimensione lirica di Liliana; linfa intrisa di pathos, un pathos che non è disabilitante ma costruttivo e da cui scaturisce la voglia di un riscatto dal dolore attraverso la manifestazione della memoria corroborata dalla consolazione della fede.

Non è nuova la Ranzino alla scrittura; ciò lo attestano, oltre alla innata versatilità ed  all’inclinazione ad esternare i propri pensieri, quasi un balsamico anestetico salvifico per l’attenuazione delle drammatiche vicissitudini che la vita non ha mancato di darle, anche, e non ultimi, i numerosissimi meritati riconoscimenti che hanno costellato il suo fulgido cammino letterario.

Il suo è un esempio veridico di come un’anima possa elevarsi sino a raggiungere le più alte vette dello spirito, ignorando e soffocando i negativi impulsi che il dolore non manca di provocare; dimensione cosmica, questo suo raggiungimento, dove l’ “Io” si annulla amalgamandosi con la concezione universale del male e del bene che rappresentano il connubio propulsore dell’umana comune vicenda.

Il suo “Nel ricordo incancellabile di Ino Ranzino”, ultimo parto della fulgida poetica che la connota, a mio parere si naturalizza come il corollario di tutta la sua produzione precedente.

In esso testo, la raggiunta consapevolezza del proprio esistere e la conseguente accettazione incondizionata della realtà, consapevolezza ed accettazione covate, rimuginate, ponderate ed esternate, fan sì che appaghino, sia chi scrive che chi legge, col beneficio di una latente luminosità interiore rasserenante, scaturente  dai più puri sentimenti.

Diciamolo pure: è la fede che ha salvato Liliana dalla discrasìa delle pulsioni fustigate dalla inesorabilità del destino; e ad essa la sua anima lirica per istinto naturale, intrisa di semplicità e di umiltà, si attacca riuscendo a convivere con i suoi amari ricordi.

Ma, in fondo, se vogliamo esser sinceri, sono proprio i suoi amari ricordi che hanno sospinto l’Autrice verso quel sentimentalismo puro che è la cifra principale della sua poesia.

La qualità estrinseca del verso che coinvolge il lettore, sia che venga prediletta la foggia in lingua od in vernacolo, dimostra la capacità inesauribile di un’anima viva e vitale che vuole reagire con estrema fermezza ai temporali dell’esistenza.

24 Dicembre 2020.

Pippo Maggiore.