La mia recensione al profondo e toccante libro della scrittrice Patrizia Gariffo “ OGNI COSA TORNA” BookABookNarrativa.

Ho letto due volte questo libro, perché ho sentito l’esigenza di entrare nei pensieri più profondi dei nostri protagonisti e soprattutto delle nostre protagoniste.

Un libro che mi ha sorpresa molto, soprattutto il finale, per nulla scontato che ho apprezzato parecchio. Bravissima l’autrice nel creare questo intreccio di storie, amori, suspense,misteri, segreti e verità scomode.

Ogni pagina rappresenta un pezzo di vita dei nostri personaggi; ogni pagina è incisiva, è sconvolgente, è coinvolgente, è trascinante, è determinante per far chiarezza a questo omicidio/suicidio che, apparentemente, risulta inspiegabile.

Il livello di scrittura è alto e ben strutturato; una prosa che merita un corposo apprezzamento da un lettore esigente che ha bisogno di interfacciarsi con un libro che rispecchi un’alta qualità di conoscenze linguistiche.

Una storia ambientata nella bella Sicilia, dove il profumo del mare, l’accogliente spiaggia, i meravigliosi ibiscus rossi, abbracciano quotidianamente il nostro capitano dei carabinieri “Bianca”.

Particolare e interessante la personalità di questa donna : forte, determinata, decisa e allo stesso tempo fragile e delicata come un fiore di primavera.

Bianca combatte la sua battaglia interiore, come scrive la Gariffo “ la biglia nella testa di Bianca non si fermava, impazzita sbatteva da un lato all’altro /lei temeva che nel silenzio della casa si sentisse il rumore dei battiti del suo cuore/ devi dirmi che ti sei sbagliato e che mi ami?/ no mi dispiace sarebbe una bugia e io non posso mentire”.

Il nostro capitano è innamorato, ma questo è un amore impossibile che non potrà mai vivere come lei vorrebbe. Molto emozionante il modo in cui la scrittrice descrive lo stato d’animo di una donna che fino alla fine non vuole arrendersi dinanzi ad un sogno infranto.

In queste pagine sono tanti i temi trattati e approfonditi: rapporto difficile, anzi inesistente tra madre e figlia, il desiderio di riscattare la propria condizione sociale rinunciando definitivamente a quei valori veri e preziosi che la vita ci offre, il bisogno di imporre una forma di omertà per non sconvolgere una serena località turistica, la necessità di una stabilità economica da ottenere a qualunque costo, anche da chi non ci aspetteremmo mai.

Alla fine i soldi sono sempre al centro di qualsiasi scelta, anche la più vile.

Bellissima e rassicurante la figura di Adriano, il marito di Bianca. Un uomo premuroso, innamorato, che non invade mai lo spazio della moglie ma apre la porta della libertà pur di non perderla. Come scrive Patrizia

“ nella vita ogni cosa torna, ed è vero: torna il male, torna il bene, torna l’odio e torna l’amore”.

Mi ha colpita in modo particolare il prete del paese, sto parlando di Don Luigi, quest’uomo bellissimo ( c’è il richiamo al libro e film uccelli di rovo) che con la sua grazie riesce ad incantare e farsi amare da tutti.

Ma proprio in questo tranquillissimo posto incontaminato dalla malavita e dalla corruzione avviene questo omicidio/suicidio che sconvolge l’equilibrio della comunità.

– Perché Emma è stata uccisa? Una donna amata e stimata da tutti. Perché Alina si è tolta la vita? –

Una serie di indagini riusciranno a sciogliere una fitta matassa che fino all’ultima pagina non sarà chiara e scontata per il lettore. Davvero brava Patrizia Gariffo nel dare forma ad uno scenario poco preciso, indecifrabile, mai banale che accrescerà e stuzzicherà la curiosità di colui il quale si sforzerà notevolmente per trovare una soluzione a svariati e sconosciuti interrogativi.

Commovente il passo in cui un padre per ben due volte si vede costretto, malgrado non voglia, a rifiutare il proprio figlio . Le circostanze che lo costringeranno a questa drastica decisione le comprenderete solo leggendo il libro.

Rinnovando ancora una volta i complimenti all’autrice , invito i miei amici e non solo ad acquistare questo libro e immergersi dentro ad una lettura che non li deluderà assolutamente.

Concludo la mia recensione con una citazione della scrittrice:

“ il suo sguardo non era come se l’era raffigurato. Una donna capace di abbandonare un figlio non poteva avere occhi così spauriti, non poteva apparire tanto indifesa”.

Recensione a cura di Alessandra Di Girolamo