L’ultimo respiro della madre Terra
Il sonno s’è preso le parole
ma la notte ci guarda
silenziosa solenne.
Apre tracce di sé
dentro alla culla del cuore
che si fa orchestra
di rumori assordanti.
Riposano un solo giorno
le ali della morte
sul quel viso
di cera e di lacca.
Ma un tepore
costante di palpebre l
e rimane addosso:
caldo – freddo.
Non è via ciò che ancora
pulsa dentro al petto.
È come sangue
che si rigenera
e circola la speranza.
È come un fragile fiore
che sente la paura
della morte e così,
nasconde il suo seme.
D’ improvviso qualcuno la guarda
sarà morta? sarà viva?
Il suo corpo : silente, immolato.
Forse lei veglia lei vigila
e ci guarda da dentro.
I suoi occhi chiusi
a mezz’aria mentre noi,
in quegli occhi penetriamo
il suo pianto con artigli
di guerra sgretolandole
i monti le vallate le radici.
Così tu la uccidi
e mentre muore
giri intorno rantolando
sul suo fiato supplicando
e mordendo quel corpo che è,
la tua stessa carcassa.
Lidia Apa