NELL’ABISSO DEL NULLA

Ricordi inquieti,

come cocci d’argilla acuminati,

mi squarciano il petto

di silente solitudine.

Vuoti incolmati,

parole sospese, stipate,

rendono denso il respiro…

Non trattiene il pianto

l’istante che fugge,

l’attesa disillusa,

mentre si disgrega il tempo

al margine del crepuscolo.

E bevo a gocce

l’amaro dei sogni perduti,

dei passi rotti

impastati di vacuità terrene,

di questo voltarmi

a riguardare…

quel senso delle cose

che mi muore dentro.

Proscenio di una vita

avviluppata in fili,

apparizioni d’ombre

nell’abisso del nulla.   

ANGELA BONO   (DIRITTI RISERVATI)