IL CIELO DI BODRUM
Il caldo universale
ha cambiato i ritmi, la
musica della vita,
le stagioni, il tempo
della vendemmia, della
semina, del raccolto.
Ha portato uomini
usciti da maree,
volti cupi, scavati
da lacrime remote.
Naufraga insieme a loro
l’umanità migrante
dalla ragione, da sé
lontana e dal suo essere.
Non sa riconoscersi
in una pelle diversa,
guardarsi nello specchio,
ricordare il passato
nell’Atlantico.
Un dolore atavico.
Altri uomini narrano
Storie senza morale,
senza un lieto finale.
Tornerà il freddo, loro
dicono, finiranno
guerre e fame, perché
l’abbiamo deciso noi.
Non si scioglieranno più i
ghiacciai. Il contadino
coltiverà la terra,
il ragazzo i suoi sogni.
Ma io vedo solamente
un bimbo in riva al mare
senza secchio e paletta,
il viso nella sabbia,
le manine protese:
un’ultima invocazione
al cielo di Bodrum.
Francesco Camagna