Gaspare Falcetta, affianca agli studi tecnico-scientifici che lo formeranno professionalmente, la ricerca del bello, nella natura e nell’arte, dettata da innata passione. I primi scritti poetici risalgono all’adolescenza ma soltanto dal 2019 inizia a partecipare a diversi concorsi letterari, ricevendo altrettanti riconoscimenti. È presente con le sue poesie in diverse antologie, legate a contest nazionali ed internazionali.
Società (ci)vile
In una società che vive nell’assurdo,
il concreto non è più considerato,
basta avere un po’ di soldi nella borsa,
e dai più come un signore sei guardato.
Basta mettersi a gridare un po’ più forte,
per pretendere di aver sempre ragione,
non importa realmente ciò che si urla,
ma l’effetto che si ottiene sulla folla.
Può accadere che in difesa di una mosca,
c’è chi si incatena a oltranza sotto un ponte,
mentre all’angolo un barbone scrive aiuto,
ma nessuno dei passanti gli risponde,
lui non urla, dunque, non avrà mai ragione,
se sta lì, “beh, se la sarà cercata”,
si distoglie per un attimo lo sguardo
e per tutti, è già acqua passata.
Ma quell’anima straziata in quel cartone,
nel suo umile silenzio di dolore,
è un’assordante grido alle coscienze,
di tutti gli uomini degni di quel nome.
Altrove poi si predica la pace,
dei morti in guerra in piazza è la bandiera,
ma le fabbriche di armi son legali,
i proprietari, pagano le tasse,
e ogni sera per quei morti fanno una preghiera.