ALEXANDRA FIRITA
Nata in Romania, laureata in Scienze Infermieristiche e Psicologia a Bucarest, vive e lavora in Oltrepò Pavese, Lombardia. Nel suo paese ha pubblicato: “Nostalgie” 1998, “Poemi crepuscolari” 1999, “Incantando i silenzi” 2000, “L’inquietudine dell’ora senza fine” 2002, Alle sole delle acque” 2003, “Appartenendo all’istante” 2014 Bucuresti e “La mia poesia viene da lontano” 2017, Italia.
Traduce dal rumeno in italiano la siloge di versi “Adesso dove vai, adesso dove sei”, 2018, di Alexandru Cazacu, Avola, Italia e partecipa con traduzioni in rumeno al libro “Era d’agosto“
autore Lorenzo Spurio.
Membra Unione Mondiale degli Scrittori Medici, Federazione Unitaria degli Scrittori Italiani, Associazione culturale L’Officina delle Buone Idee, Cigognola, Italia, Associazione per la Cultura e la Tradizione Storica Bolintineanu, Bolintin Vale, Romania, Movimento Letterario Poetas del Mundo, Cile. Multi premiata ai concorsi di poesia sia in Italia che in Romania.
Redattrice rivista Sud, a ACTIB, Bolintin Vale e corrispondente/redattrice rivista Sintagme Codrene, Baia Mare, Romania.
GLI ULTIMI GIRASOLI
Si spezza l’asse del mondo piove su noi
con meteoriti e acerbe piogge di verde,
su noi piove con i pallidi petali
del tempo, rinchiuso nella vetrina del caffè
del borgo, dove le bambole parlanti
di questo evo doloroso di solitudine
sbucciano i semi degli ultimi girasoli
e li catapultano con enfasi nella spazzatura
dell’evoluzionismo e glorificano
le gocce di vino dal ventre della botte,
la pioggia di parole esauste di senso si infiltra
attraverso la tenda sbiancata dell’orizzonte.
E noi danziamo con i draghi manipolati
dal telecomando custodito nei neuroni satellitari
e gravitiamo nel senso di un’immagine déjà-vu.
C’è ancora tempo per scriverci con la mano destra
una nuova storia
con la sinistra sono state scritte intere biblioteche
di film horror che, in virtù dell’amore per l’arte,
tappezziamo quale sfondo reale della vita,
le viviamo con la nostra esistenza,
le innaffiamo con lacrime vere di pioggia.
A volte mi viene da gridare: Fermate il pianeta!
È ora di sbarcare i pazzi e gli impostori.
all’interno della galassia ci sarà abbastanza spazio
per il vecchio Noè, quello con l’arca piena di noi,
gli spazzini della luce.
Non fermate la pioggia dalle pozzanghere
della memoria ancestrale nascono poeti dannati,
abitati dalla libertà, dalle parole.