Bruxelles: Imprenditori edili iscritti all’associazione Class Action Nazionale dell’Edilizia portano la vertenza sul blocco della cessione dei crediti fiscali alle PMI dell’edilizia sui tavoli del Parlamento europeo.
Lo avevano annunciato il 05 luglio a Roma ed hanno mantenuto la promessa. Una delegazione di imprenditori edili iscritti all’associazione Class Action Nazionale dell’Edilizia che si trovano in fortissima difficoltà, a causa delle scelte scellerate del governo Draghi rispetto al Superbonus, sono stati ricevuti al Parlamento Europeo di Bruxlless dall’euro parlamentare e segretario nazionale di Sud chiama Nord, Dino Giarrusso. L’incontro è avvenuto nei giorni 11 e 12 Luglio 2022. “Il super bonus – dice l’onorevole Giarrusso durante la Conferenza stampa – è stato elogiato persino dalla presidente Ursula Gertrud von der Leyen definendolo “rivoluzionario” importante per lo sviluppo, il lavoro, tutelando l’ambiente. Purtroppo dal mese di novembre del 2021 questa misura ha subito una attacco frontale dal Governo Draghi cambiando le regole, in corso d’opera, con la drammatica conseguenza del blocco dei crediti, a danno delle imprese italiane privandole della liquidità di cassa fisiologica per lavorare. Tale blocco sta causando la paralisi di tutta l’economia italiana. I crediti bloccati ammontano a decine di miliardi e le imprese sono a rischio fallimento con la conseguente perdita di miglia di posti di lavoro. L’ appello all’Europa è assolutamente determinante per invitare il Governo italiano al proprio senso di responsabilità con la riattivazione dei canali partecipati dallo stato, Poste italiane e Cassa Depositi e Prestiti per citarne alcuni, rispettando il patto con le imprese che stanno aiutando a crescere il Pil senza precedenti. Sbloccare la circolazione dei crediti significa, infatti, evitare la rovina dell’imprenditoria italiana”. “Chiediamo – dice Igor La Spada, Presidente di Class Action Nazionale dell’Edilizia – il ripristino dell’articolo 121 cosi come originariamente concepito ovvero con la multi cedibilità illimitata dei crediti, l’eliminazione della responsabilità in solido di colui che acquista il credito ed una frazionabilità dei crediti per annualità ed una proroga delle scadenze fiscali”.
Nello stato attuale, le imprese, sono intrappolate in un tunnel senza uscita, da una parte si ritrovano un credito nel cassetto fiscale da cedere alle banche, alcune delle quali hanno chiuso le loro porte. Fra l’altro non mancano le tasse da pagare all’agenzia delle Entrate, senza sottovalutare il rischio di essere querelati dai committenti che chiedono ugualmente l’ultimazione dei lavori.
Tale situazione può determinare, se non si pone rimedio, il fallimento di almeno trentacinquemila imprese, con il relativo crollo dell’occupazione e di un indotto che ha spinto il pil a +6,6%.
Circa 25 miliardi di euro di crediti bloccati, possono causare che migliaia di privati cittadini saranno costretti a dover pagare di tasca propria il fine dei lavori, visto che le imprese non avranno più la forza finanziaria per proseguire, con i pertinenti danni a cascata.
Francesco Billeci