LA BAMBOLA
Fugge nel vento quell’ombra
che per un attimo ha spezzato le catene,
lasciati andare quei fili di marionette
che la muovevano in balia dell’altrui volere,
come una bambola dall’assente presenza,
riposta nell’angolo di un cuscino poggiato.
Non seppe coglierne l’essenza né il suo profumo,
ne osservò la bellezza dell’esteriorità,
ammirando la superficialità dell’apparenza
fermandosi al suo involucro dai lineamenti marcati.
Sentì la sua voce ma non ascoltò le sue parole,
contemplando i suoi occhi non cercò il suo sorriso.
Vide ciò che la sua ossessione volle
tra gli intrichi di folli pensieri
distribuì tra menzogne e raggiri
maturando tra labirinti e impervi sentieri
lo schizzo di un panorama saccheggiato
che prese forma sol guidato da un’insana gelosia.
Cadesti nella sua raffinata e pianificata trappola,
quando a mani nude ti strappava il cuore,
non potesti più far nulla, cieca e impotente
convinta d’averti scelto tu il tuo destino
allontanandoti da ciò che eri
per divenire ciò che voleva.
Piccola bambola dalle rubate emozioni,
persa in un tempo che più non ti appartiene
vuoto e triste il tuo sguardo rivolto all’indifferenza,
smarristi la chiave che ti imprigiona.
Depredata dei sogni e sottratta ogni speranza
muta e solitaria ti ubriachi di tristezza.
Sonia Impalà