Curriculum bio-letterario
Gabriella Paci è nata a Cortona,(Ar) splendido paese etrusco sulla sommità di una collina della ridente Valdichiana. Laureata in storia e filosofia presso l’Università degli studi di Firenze, Gabriella Paci ha tuttavia sempre vissuto ad Arezzo , dove poco dopo la laurea, in qualità di vincitrice di concorso a cattedre, ha svolto fino a quest’anno con passione l’insegnamento delle lettere presso un istituto superiore della città.
Appassionata di viaggi e di letture,tra le quali ha un ruolo privilegiato la poesia, ha da sempre l’inclinazione ad osservare la realtà ed ascoltare la sua voce interiore.
Nella certezza che inquietudini, passioni, emozioni e sogni sono propri dell’itinerario esistenziale di ognuno, e dunque universali, ha voluto e vuole condividere le sue poesie con gli altri. Ha pubblicato, nonostante siano solo pochi anni quelli in cui ha deciso di affidare alla scrittura il suo sentire e di farlo in modo continuativo , 5 raccolte di poesie “Lo sguardo oltre…”(Prefazione prof. Adua Bidi Piccardi) edito da Aletti nel 2015 ; “Onde mosse “edito da Effigi nel 2017 (prefazione prof. Nicola Caldarone) e” Le parole dell’inquietudine “ edito da Luoghinteriori nel 2019 (prefazione prof, Nicola Caldarone ),”Sfogliando il tempo” ediz.Helicon 2021(prefazione prof Fernanda Caprilli)”Dissonanze” ediz.Helicon 2023(prefazione Prof. Marina Pratici)
I numerosissimi e prestigiosi riconoscimenti ottenuti in questo breve tempo in concorsi anche internazionali ,con la pubblicazione in antologie e riviste, sia per i libri editi che per le singole poesie in essi contenute, le hanno dato nuovo impulso a scrivere, trovando nella quotidianità del vivere e delle cose l’espressione che, non scevra dall’utilizzo di comuni figure di suono e di significato,cerca nell’immediatezza della comunicazione di trasmettere l’affluire delle emozioni più vere, nonché delle suggestioni e dell’emotività ad esse connesse. L’ambiente, le persone, gli accadimenti sono dunque oggetto di continua ispirazione, anche se c’è una nota ricorrente che è quella del fluire dell’inquietudine di un vivere dove l’approdo non può che essere solo una situazione momentanea, nella continua ricerca di un “Dove” non ancora ben identificato se non negli affetti più profondi.
Il suo sentire dunque,sempre spinto da domande a cui si cerca risposta, indugia nel guardare le cose oltre la loro connotazione per scoprirne un’epifanìa che sia chiarificatrice, anche se momentanea, ma diventa “onde mosse “ quando l’assedio delle domande diviene più serrato,fino ad essere “inquietudine “dadover “universalizzare “ per riceverne afflato e consolazione nel comune sentire e infine in “Sfogliando il tempo” si fa tempo di ricordi e di timore per il tempo immobile del covid . “Dissonanze “è ancora la ricerca della perduta armonia delle cose del mondo e del proprio percorso esistenziale
Una poesia dunque che vuol essere la propria voce ,ma anche l’altrui nell’irrinunciabile intento di voler ritrovare, in un mondo fatto di ipocrisia e di calcolo, il ruolo salvifico della parola e del sentire restituito ad una dimensione più intima, talora sofferta,ed essere, anche per questo, civile.
Le poesie inserite nella pubblicazioni hanno avuto vari riconoscimenti e sono presenti in antologie dedicate
Ha ricevuto il titolo di “Alfiere della poesia “ dall’Accademia dei bronzi “ di Catanzaro e quello di Poeta dell’anno Olimpus da Marina Pratici nel 2022
L’autrice fa parte come membro fondatore dell’associazione “Wiki poesia “e “poetas de mundo”.
Ha pubblicato inoltre poesie su riviste quali “Buonasera Taranto”ed “Euterpe”; su”Luogos “ del Giglio blu di Firenze.
scrive sul blog di “Alessandria news today”, e”Alessandria online “è redattrice ne “La voce degli italiani”
E’ presente sul blog” Italian poetry “
E’ membro di giuria in vari premi di poesia e critica letteraria
La lezione dei fiori
Non regalatemi fiori recisi perché non amo
vedere il languire dei petali nello smarrimento
del turgore e del colore vitale che era vita.
Non consola il profumo e la vista sulla consolle
d’un fiorire di corolle nel vaso di vetro
dove è dato di vivere per pochi e per poco.
Regalatemi piante che possano essere
accarezzate dalla luce e generare bocci
e radici nuove nel perpetuarsi della vita
nel linguaggio visivo della natura che
consola gli oltraggi delle frane e dello
smarrirsi del taglio della bellezza …
Ascoltate il soffio di flauto del fiore
che ricorda il mistero primigenio della specie
che si fa meraviglia di forma e colore
nella luce che trabocca dalle corolle
per diventare lezione nel suo essere
ogni volta miracolo nuovo di creazione.