RITORNEREMO
Ritorneremo a calpestare i prati,
a raccogliere papaveri e viole,
a vedere volare le farfalle
sotto il sole d’agosto,
a sentire il frinire delle cicale
nelle notti di mezza estate.
Ritorneremo a sentire il vagito
di un bimbo appena nato,
il suo inno alla vita,
a vedere il sorriso di una madre,
a cogliere del giorno solo l’alba
senza pensare che ci sarà un tramonto.
Ritorneremo a popolare le piazze,
i vicoli e le strade,
a chiacchierare, a mugugnare,
ad ascoltare i dubbi ed i pensieri,
a puntualizzare certezze,
spesso col beneficio d’inventario.
Ritorneremo al nostro quotidiano:
le visite al museo, il giro
ai mercatini dell’usato,
alla ricerca del primo disco di Battiato
e di quell’oggetto inutile che
faccia bella posta sul comò.
Ritorneremo a vedere l’edera
aggrapparsi ai muri delle case,
agli alberi di pino e assumere
le sembianze, adattarsi alle forme,
prendendo nuova linfa per la vita,
adeguata al trasformismo naturale.
Ritorneremo ai baci e agli abbracci,
ai formalismi, alle superficialità,
a sentenziare, ad osannare, a celebrare
la fine ineluttabile di un giorno,
il buio indifferibile della notte,
a ripetere gli aforismi imparati a memoria,
gli ultimi versi di una sciocca poesia,
un “Padre Nostro” ed una “Ave Maria”.
GINO ADAMO