Biografia  dell’ autrice Eddy Lovaglio

Giornalista, scrittrice, regista di opera lirica.

Amante soprattutto del racconto di altrui vite, ha pubblicato nel 2002 la prima biografia italiana sul tenore italo-americano Mario Lanza, “Mario Lanza, una voce un artista” (edito da Azzali Editori), per la quale è stata ospite in diversi programmi Rai (TG Due dossier, ‘Ci vediamo in TV’ con Paolo Limiti, rubriche su Rai International) oltre a Sky canale 906, BBC e Cultural Channel della TV Nazionale Russa.

Nel 2003 ha collaborato al libro sul “Parmigianino” di Vittorio Sgarbi, nell’ambito degli eventi celebrativi dei 500 anni dalla nascita dell’artista, ed ha vinto la XI° edizione del Premio Italia Letteraria con il romanzo a sfondo storico daltitolo “Un grido dal lager” (edito da Luna Editore).

Ha collaborato alla serie di libri “Parma di una volta” di Tiziano Marcheselli, in allegato alla “Gazzetta di Parma”.

Nel 2006, all’ Università di Binghamton, N.Y., Usa, ha tenuto una conferenza su Giuseppe Verdi.

Il 28 ottobre 2006, a Roma, riceve il Premio Athanòr per la “Saggistica”.

Nel 2007 ha pubblicato la biografia sul tenore Rinaldo Pelizzoni (edito da Azzali editori) e nel febbraio 2008 ha pubblicato il libro su Renata Tebaldi (edito da Azzali Editori).

Nel 2009 ha pubblicato per il Comune di Parma il libro “Valerio Zurlini, protagonista discreto”, dedicato al noto regista scomparso.

Diversi sono i suoi scritti inclusi in libri di altri autori, sia di saggistica e sia di poesia.

Dal 2009 al 2018 è stata co-direttore di due testate editoriali (Parma Anni 2000 e New Parma) ed ha scritto per altre testate giornalistiche.

Nel 2020 pubblica il romanzo psicologico “Se questo è amore”, in formato ebook e cartaceo.

Di prossima pubblica il saggio sulla voce lirica dal titolo: “Non si canta con le corde vocali”.

La Fenice Kierkegaardiana

La letteratura di tutti i secoli è sempre stata  in stretta relazione con l’amore; i sentimenti sono  stati un tema privilegiato dell’arte, della poesia e della prosa. L’Eros assume varie forme e sfumature, in particolare nel romanzo “Se questo è amore” di Eddy Lovaglio la passione non acceca l’anima, ma è fuoco purificatore e catartico. La protagonista, Sara, si forgia e diviene “domina”, cioè “signora del cuore” di Marcello, un regista ambito da molte donne. È un romanzo che scardina molti stereotipi ad esempio il mito della donna affascinante, perfetta, però “oca”; Sarà è una modella la quale ha una grande capacità intellettiva, ella è colei che scruta la realtà a fondo, cercando di non tralasciare nessun punto di vista, le sue doti attireranno Marcello. L’autrice è stata capace di scrivere un libro che incuriosisce ogni target di lettori, una narrazione breve e intensa, accattivante e passionale; non è un banale romanzo rosa in quanto mette in luce la storia di una rinascita interiore, di una creatura che cresce in divenire scoprendo se stessa  con la consapevolezza di una creatura umana che in primis sceglie se stessa in un’ottica Kierkegaardiana e la nostra protagonista risorge dalle sue ceneri.

Sabrina Santamaria

Intervista a Eddy Lovaglio

S.S: Quanta rilevanza ha per te la letteratura?

E.L: E’ come chiedere al fornaio se gli piace il pane. Il valore della parola e della scrittura fa parte della mia vita, fin dai tempi di scuola ho sempre detestato la matematica e amato le materie umanistiche. I libri sono fonte essenziale del nostro sapere, è un vero peccato che l’Italia sia fra gli ultimi posti in classifica come percentuale di lettori. La poesia del giorno d’oggi è un sms, la letteratura è uno scritto su facebook. Molto triste. L’editoria è arrivata a sposare l’informatica con l’invenzione dell’ebook, il libro in formato elettronico che si può leggere da un cellulare o da un ipod. Ci sono tutti gli strumenti, dunque, per poter godere di una buona lettura ed accrescere il proprio bagaglio culturale, oltre che ricreativo. Il mio consiglio è di leggere molto, spesso i novelli scrittori si improvvisano nello scrivere leggendo poco. Così abbiamo più scrittori che lettori.

S.S: Quali emozioni provi quando scrivi?

E.L: La scrittura per me è naturale come andare in bicicletta, quando hai provato le brezze di pedalare con l’aria che ti accarezza i capelli non ti fermeresti più. E’ da sempre una delle mie più grandi passioni anche se la vita mi ha portato su altri percorsi lavorativi e quindi non sempre ho la possibilità di dedicarmi alla scrittura. Ciò richiede tempo e serenità per poterlo fare. Non sempre è possibile, si rischia di diventare asociali perché quando sei sul pezzo ti chiudi in casa a scrivere e tagli il mondo fuori dalla porta. Quando posso dedicarmi alla scrittura certamente il mio spirito ne trae giovamento. Il lockdown, ad esempio, per me è stato motivo di trasformare una drammatica necessità in una opportunità.

S.S: In quale momento del tuo percorso esistenziale hai cominciato a scrivere?

E.L: Direi fin da quando alle elementari mi hanno insegnato a scrivere. Ma ringrazierò sempre il mio professore di italiano alle superiori che con la nostra classe aveva istituito il “Giornalino della scuola” con riunioni di redazione e noi giovani, e improvvisati, giornalisti in erba. E’ stato un esperimento scolare che ha incentivato la mia passione per la scrittura e mi ha fatto diventare, poi, nella vita, giornalista.

S.S: Da quale ispirazione nasce il tuo romanzo “Se questo è amore”? Quanto c’è di realmente vissuto nella vicenda del romanzo?

E.L: Questo romanzo è il prodotto del lockdown e vuole essere lo specchio della società. Cambiano le mode e i costumi, cambia la tecnologia, ma non cambia l’animo umano. Perciò la storia di questo romanzo, pur trattando della relazione fra un uomo e una donna, ha diversi livelli di lettura ed è al servizio di un concetto allegorico. Io detesto le autobiografie quindi non potrei mai scrivere nulla del genere. Però quando si scrive si ha l’obbligo di offrire al lettore un’aderenza alla realtà affinché si possa risultare credibili e quindi coinvolgere il lettore, perciò sarebbe auspicabile scrivere di ciò che si conosce specialmente in merito ai luoghi o alle situazioni in cui si vuole ambientare la storia. La musica, ad esempio, fa parte della mia vita e in ogni mio libro c’è una citazione di questo tipo, ad esempio. Poi in una qualsivoglia vicenda l’autore inserisce i suoi pensieri e le sue riflessioni, queste fanno parte certamente del suo vissuto.

S.S: La protagonista del libro, Sara,  ti rispecchia per certi aspetti?

E.L: L’altro livello di lettura di questo libro, oltre a quello allegorico e metaforico, è l’esigenza introspettiva dei personaggi e la ricerca del Siddarthiano, la formazione di una personalità, soprattutto arrivare a costruire il “mito di se stessi”: l’opera d’arte finale.  Le mie riflessioni su questo rispecchiano di più le parole dei dialoghi del protagonista maschile e non quelli della protagonista femminile.

S.S:  “Se questo è amore” narra, oltre che una storia d’amore, anche la rinascita di una donna in quanto cambia vita oppure perché alla fine opta per una scelta ben precisa, seppur dolorosa?

E.L: La vicenda narra di scelte coraggiose perché spesso controcorrente. Ogni scelta dunque può essere una rinascita perché diventa spronante per l’individuo mettersi alla prova e non adagiarsi a vivere e basta. Perciò secondo una chiave di lettura le scelte della protagonista equivalgono alla costruzione della sua personalità, secondo l’altra chiave di lettura equivalgono a prove da superare per raggiungere la simbolica vetta della piramide.

S.S: Nell’incipit della tua prosa tu compi un parallelismo fra la storia di Marcello e Sara con l’ “Esodo” in particolare con la creazione del vitello d’oro e la conseguente ribellione del popolo ebraico; questo esempio mette a nudo l’animo umano che, nei secoli, è sempre stato corrotto in quanto bada a ciò che è visibile?

E.L: Esattamente così. Come dicevo prima, l’animo umano non cambia. L’attesa è anch’essa una di quelle prove di cui parlavo prima e può generare ribellione. La prefazione al romanzo è dunque la metafora che vuole dare il senso della vicenda che si va a narrare. In questo caso sarà il lettore a valutare quale sia la scelta migliore, se a valle o sulla vetta della montagna. Specialmente nella società attuale. La felicità è cosa del tutto personale e ognuno la deve trovare dentro di sé, ma non prima di avere avuto la capacità di comprendere determinate cose che fanno parte di un percorso individuale.

S.S: Quale relazione esiste fra “poesia” e “amore”?

E.L: L’amore è poesia e quindi è la relazione per antonomasia, ma se dovessi associare un poeta all’amore sceglierei Arthur Rimbaud, il poeta maledetto, anima irrequieta e sovversiva che ruppe i canoni convenzionali della letteratura dell’Ottocento. L’amore in fondo rende l’anima irrequieta. L’amore romantico è pura illusione, oggi ad esempio le cronache abbondano più dell’amore criminale e non di quello puramente sentimentale che è divenuto soltanto utopia.  Quale metafora o archetipo mette ben in luce l’idea del “divenire”?

L’essere umano è l’animale pensante che più si avvicina all’archetipo che subisce via via delle trasformazioni, elevando il suo intelletto e divenendo così il più grande esperimento del pianeta terra.

S.S:  In futuro come sorprenderai i tuoi lettori?

E.L: Di prossima pubblicazione il mio libro sulla voce lirica dal titolo “Non si canta con le corde vocali”, giusto per rimanere in tema con un’altra materia che caratterizza la mia vita e cioè la musica. Ma se dobbiamo parlare di “sorpresa” i lettori dovranno attendere l’uscita del libro successivo che sarà un giallo/poliziesco e sarà il primo della serie “Squadra Speciale Vi.D”.

Intervista rilasciata dall’autrice Eddy Lovaglio a Sabrina Santamaria

Articolo edito nel sito www.sabrinasantamaria.it