L’essere umano è circondato da una propria visione del mondo, della società e di tutto ciò che ruota intorno a sé.

Dobbiamo partire dal presupposto che ogni singolo individuo conserva la propria centralità e unicità, e a scopo individualistico la difende a spada tratta.

Ma se guardiamo bene, e scaviamo con curiosità potremo scoprire  cosa si cela dietro tutta questa esposizione soggettiva verso il malessere, che ha dato grande spazio nel costruire una rete molto estesa di

Comuni mortali brutalmente impauriti e confusi.

In questo Romanzo, Aiello riesce con totale semplicità ad essere incisivo.

Destreggia  le righe che si susseguono ad un ritmo timpanico,

 e lega  due concetti molto importanti, letti in una chiave psicologica profonda.

Parliamo della paura e della resilienza.

Indubbiamente l’autore ha scelto di raccontarci e renderci protagonisti, ripercorrendo sia la propria sensazione ed esperienza di umano, minacciato da qualcosa più grande di lui, ma  soprattutto ci ha lasciato una porta socchiusa, come suggerisce la bellissima e simbolica copertina, creata da Vincenzo Aiello.

In tutto questo susseguirsi Possiamo creare un collegamento sinaptico e non casuale, che ci lega in maniera indissolubile. Una giostra impazzita trasformatasi in un vortice di amari finali, dove però, alla fine del giro questa luce prepotente ci regala un monito di speranza.

Sono questi racconti diretti e senza mezzi termini che Aiello ha voluto donarci, ci pone un quesito senza la pretesa di essere indotti su un’unica via di fuga.

Proprio in questo romanzo si rivela al lettore come una situazione di emergenza mondiale possa farci ritrovare tutti su un unico livello di azione.

Siamo stati minacciati da un virus incontrollabile, ha creato devastazione in ogni senso e qui abbiamo reagito ognuno a suo modo.

È questo che l’autore evidenzia con necessità, la padronanza di noi stessi nell’affrontare il dolore e quindi ritrovarsi ognuno In questa casa dolce casa, dove alla fine saremo ancora una volta partecipi in prima fila.

Tutto questo è avvolto in uno spirito di condivisione e Antonio lo sa bene, lui che non vuole considerarsi uno scrittore ha trovato senza neanche immaginare la miccia che ha innescato già da subito riscontri posirivi.

Davide Schiano

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