CONTROPAROLA
Cerco toni tenui,
fantasie diluite in filigrane,
sottotitoli sussurrati ai margini
celati al fervore beota
di sciami sfrontati
di parole urlate.
Preferisco i suoni attutiti
narrati a gocce
a certe solitudini a rivoli
esondate su deserti di follia.
Io cerco racconti svelati
con la pazienza dei segreti
rovistati tra le zolle,
le pause chiare dove l’attesa
è una preghiera distesa
con mani pazienti.
Mi giunge il clamore sordo
dei vostri prodigi mancati
nelle ore centrali
di giorni arroganti,
le promesse vacue degradate
nel fondo di vicoli ciechi,
la pena di sere indefinite
lasciate sulla battigia.
La mia è una controparola chiara
che attende al margine,
un tono basso scivolato appena,
un bisbiglio spalmato oltre il crinale.
Elisabetta Liberatore
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