L’avvincente libro dello scrittore Alessandro Noseda: “Nient’altro che la verità”
LA PONGA EDIZIONI
– Collana Nessun Alibi –

Questo è il primo libro che leggo di questo autore e posso affermare che non mi fermerò qui! Non è una minaccia, ma la consapevolezza che certi talenti vanno studiati, approfonditi, analizzati e “condivisi” cosicché possano essere apprezzati da un pubblico sempre più vasto.

Inizio subito questo mio giudizio sottolineando il fatto che il giallo in questione non è il solito giallo; infatti non
“ rispetta” gli standard ai quali spesso siamo abituati ad imbatterci quando scegliamo questo genere letterario. Cerco di esprimermi meglio!

Lo scrittore non inizia il suo libro con un omicidio, presunti colpevoli, scene del delitto, probabili prove, sangue, violenza e suspense. Alessandro Noseda ci presenta questo scritto come fosse una matrioska, una sorpresa continua, una storia dentro la storia dalla quale nasce un’altra storia.

Leggendo le prime pagine avevo quasi dimenticato fosse un giallo; sotto stata completamente “rapita” dalla vita dei nostri protagonisti: Pietro, Carlo, Lavinia e più avanti Manuela. Ci sono, inoltre, molte figure determinanti, personaggi il cui contributo valorizza ogni singolo aspetto di un contesto delicato, attuale, triste, vero e a tratti disarmante.

“ Nient’altro che la verità” è ambientato in Italia, precisamente abbraccia le città di Palermo e Firenze. La linea temporale oscilla tra passato e presente, tra ricordi che non sbiadiscono mai e che profumano di valori, quelli veri che non si dissolvono neppure dopo la morte fisica.

Alessandro Noseda descrive una società difficile, dove
“apparentemente” la vita di ciascuno è già segnata fin dalla nascita, se sei povero rimarrai povero, se sei ricco hai la strada spianata.
Qui entra in ballo uno dei nostri protagonisti: Pietro. La sua è una Famiglia umile, numerosa, che a stento arriva a fine mese, ma soprattutto quella di Pietro è una famiglia onesta ( non dimenticate quest’ultima parola).

Ogni membro lavora ( ovviamente lavoretti occasionali e in nero) la scuola è un lusso che i figli del Sig.Vitale non si possono permettere. Però Pietro fa ed è la differenza! Pietro rappresenta la speranza, il riscatto, la tenacia, la forza di volontà che mai e sottolineo mai dovrebbe abbandonare l’essere umano.

C’è questo richiamo alle tradizioni; la domenica a Mondello tutti insieme, il mare del capoluogo siciliano, il rumore della risacca sulla ghiaia della spiaggia, i cavalloni, il costume a pantaloncino.
La cucina della mamma

– donna poco istruita ma assai intelligente – cucina povera ma con un profumo ineguagliabile, come quel pomodoro versato sulla pasta con foglie di basilico fresco. Tanto dialetto, tante parole che fanno parte della cultura palermitana e non solo.

La famiglia di una volta, dove con uno sguardo il padre comunicava con i figli, dove nulla era dovuto, dove per vivere dovevi costruirti un futuro contando soltanto sulle tue forze.

Tanti spunti di riflessione emergono fin dai primi capitoli di questo libro.
Forse Noseda, con il suo linguaggio elegante, diretto, scorrevole, ma anche “pungente” cerca di smuovere un po’ di coscienze e ricordare a noi lettori che non sempre il progresso è un arricchimento, talvolta è sinonimo di una povertà che non ha nessun legame con il denaro.

Un destino ben diverso è stato riservato agli altri due protagonisti: Carlo e Lavinia. Prestigiosa la posizione della famiglia della moglie, il cui cognome è sinonimo di potere e stima in tutto il territorio.
Purtroppo il denaro molto spesso non basta a riempire le vite delle persone, da qui nascono vizi che, talvolta, sfociano in giochi erotici e altro.

Nonostante lo scrittore affronti argomenti legati al sesso e al piacere ( in tutte le sue forme) la sua scrittura non sfiora mai spazi di volgarità che possano infastidire il lettore. Alessandro Noseda desidera solo incuriosire, interrogare, sorprendere e trasmettere qualcosa che soltanto chi legge (con la dovuta attenzione) dovrebbe e potrebbe interpretare. Sicuramente Lui ha dato vita a questo giallo perché ama questa sua passione, ma tocca a noi lettori decifrare il suo libro. Certo non è difficilissimo trovare il tempo di leggere 180 pagine, ma la vera difficoltà sta nel capire… alla fine delle ultime sillabe, dell’ultimo rigo, dell’ultimo capitolo, alla fine della storia, quale parola, secondo Voi, pronunceremo?

Giustizia, amore, tradimento, fatica, guerra, valori, famiglia, musica, finzione, verità … forse proprio questa:
Nient’altro che la verità!

Ho trovato molto significativo il contesto che denuncia la guerra in Afghanistan; di come l’altruismo, l’amicizia, l’umanità non abbiano nessun legame con la parola “eroe”.

Prima di concludere questa recensione vorrei sottolineare la mia stima nei confronti del personaggio che interpreta Manuela. Mi piace come l’autore abbia messo in risalto la figura della donna, della sua intelligenza, della sua serietà, professionalità e determinazione. Certo Manuela è molto bella, ma la bellezza viene dopo, perché Lei in primis è una donna forte, decisa, testarda che non ha mai perso di vista i suoi sogni, desideri e soprattutto le sue passioni come la musica e le moto.

A proposito, molto belle le musiche citate all’interno del libro, un altro valore aggiunto.

Ho gradito parecchio il contributo poetico di Paolo Zanon e la prefazione molto accurata di Federico Bucarelli.
Ho trovato originale la Cover!

Ah … scusatemi … dimenticavo … c’è stato un omicidio!
Cit. Lasciò un foglio di block notes con scritto “non sono stato io”. Articolo a cura di Alessandra Di Girolamo©