Sicuramente non si dovrà scendere ai tempi del Regno delle due Sicilie per imbatterci nella bella iniziativa di Ernesto Russo “Premio Antimafia Piersanti Mattarella” per  un articolo a sua firma su “La Repubblica” e “Premio Obbiettivo Legalità” con cerimonia di premiazione in Pompa Magna alla Real Cantina Borbonica di Partinico.

Benvenuti in casa Masiello!

Non è una nuova commedia come quella in casa Cupiello, ma è semplicemente per capire come nasce la dinastia Masiello.

Cioè quella di Enrico Russo di Tommaso, che in un diminutivo italiano, poco, o per nulla corretto, Tommaso diventa Tommasiello….

Trasformandosi poi in un napoletano quasi corretto con Tummasiello, fino ad autodistruggersi definitivamente in un volgare assaij struppiat’ – molto rovinato – dove Enrico e Tommaso si fondono in solo: Erricuc’ e’ Masiell’!…”

Così esordisce lo scrittore-poeta Ernesto Russo, tra l’altro già di nostra conoscenza per la sua lotta anticamorra alla ricerca di un suo diritto.

Una lotta intrapresa proprio grazie al valore del DNA di famiglia tramandato da generazione in generazione, fondato sull’onestà ed il rispetto delle regole di un vivere civile, ma soprattutto di non abbassare mai la testa davanti a soprusi o quant’altro. Nonché impegnato nel mondo sociale come referente territoriale della Fondazione Angelo Vassallo, senza nulla togliere alla cugina Concetta – per tutti solo Tina – tra i responsabile dell’Avis territoriale.

Non a caso, nasce proprio da loro due in sinergia con l’altra cugina Concetta – Titty –  l’idea di radunare tutti i cugini Russo dinastia Masiello davanti ad una bella tavola apparecchiata e non solo in occasione di tristi eventi.

Un’adunata che in tempi ormai molto remoti, toccava proprio al nonno Enrico metterla in atto, in primis in occasione della festività dell’Immacolata Concezione per onorare l’onomastico della cara consorte.

Dopo la cena-pranzo del sabato sera, la bella compagnia la mattina seguente si è data appuntamento davanti a quello ormai storico rudere in località Lufrano a Volla in provincia di Napoli, dove il passato si è fuso con il presente con la classica foto di rito dei cugini Russo.

Un Rudere risalente all’età de “L’Union A.D.1823” compagnia di assicurazione francese che obbligava gli assicurati contro l’incendio ad opporre la propria targa come contrassegno assicurativo in bella mostra sullo stabile.

Stabile appartenuto in locazione alle loro antiche generazioni fino ad oltre la metà del secolo scorso. Dove a resistere a guerre e terremoti insieme allo stesso infatti c’è ancora in bella mostra la targa che certifica a tutt’oggi la sua antica storia, ma purtroppo abbandonato in pieno degrado a se stesso:“Siamo pronti a costituirci parte civile se malauguratamente arrivasse una valanga di cemento speculativo ad abbatterlo – come già successo con altri storici o solo semplici antichi casali – invece di pensare ad un suo completo restauro.”  

Quella indimenticabile residenza estiva – e non solo – dei Russo, racchiusa a suo tempo insieme alla enorme distesa di terreno fertile, fonte di vita per tutta l’antica famiglia, prima che la ferrovia arrivasse a trasformare la natura tra il Fosso Reale – di storica Borbonica – ed il Sebeto, piccoli fiumiciattoli che dissetavano tutta Napoli e dintorni.

Ma perché dare notizia alla stampa di una festa in famiglia?…Ci chiediamo e chiediamo.

Su questo il portavoce della famiglia è stato chiaro e determinante per sgombrare ogni minimo dubbio: “con questa nostra iniziativa, che sicuramente non siamo stati i primi a farla, a differenza di altri, la rendiamo pubblica non con lo scopo di applaudirci da soli, che tra l’altro non rientra proprio nel nostro DNA, ma con lo scopo di spronare altra brave famiglie di seguire il nostro esempio di restare uniti; a trasmettere alle nuove generazioni, che spesso non si conoscono nemmeno tra di loro, il valore e l’umiltà della vera famiglia: quella composta da gente sana ed onesta! Valorizzare il termine “famiglia” che purtroppo, in primis proprio in quegli territori appartenuti a suo tempo al Nobile Regno delle due Sicilie ha preso la “tendenza” ad identificare solo gruppi malavitosi.”

Inoltra un’iniziativa “quasi” a voler lanciare un messaggio all’intera comunità vollese per un sentito chiarimento e null’altro: “quella forzata esigenza di nostro nonno insieme ai nostri genitori di “esiliare” nella nuova tenuta agricola nel quartiere di Napoli – Ponticelli località Madonnelle – confinante con Volla, ha fatto sì che qualcuno, a nostra differenza, dimenticasse le nostre origini vollesi e prima ancora San sebastianesi, cioè la nostra presenza sul territorio risale molto, ma molto prima che Volla divenisse Comune a se. Sia ben chiaro a tutti che noi Russo a Volla c’eravamo e ci siamo ancora: noi non siamo i “Savoia” –  costretti ad esiliare – ma siamo i Masiello!…”

   Concludono a gran voce il portavoce dei cugini Russo e’ Masiell!…