Maschera nuda
Di ciò che posso essere io per me, non solo non potete saper nulla voi, ma nulla neppure io stesso.(Pirandello)
Indossiamo la maschera della convenienza
diventata il nostro volto ufficiale per
sopravvivere in ogni situazione e ricorrenza:
interpretiamo vari ruoli fuorché l’essenza
del nostro io che sfugge ormai anche da sé.
Sconosciuto anche a noi resta il vero volto:
guscio di cicala vuoto che più non canta al sole
litanìa d’amore nella consunzione di segreta passione
Uccelli dal vario canto e piumaggio
siamo tutti prigionieri nella voliera incantata
del desiderio proibito di libertà senz’ ali
e restiamo incatenati allo specchio
delle brame alla ricerca dell’approvazione
per aver ben eseguito la rappresentazione
in veste del nostro diventar qualcuno.
Anche la parola si fa a volte vento che
si disperde nel gesto a coprire l’inganno
e resta bandiera senza colore nel giro
dell’affanno di apparire quello che
crediamo sia gradito, nel continuo
essere arlecchini servitori d’altri,
maschere su misura a prezzo d’occasione.