Biografia
Carmela Tuccari nata a Catania il 12-03-1940. Appartiene ad un’antica famiglia di Castiglione di Sicilia che annovera fra i suoi antenati il pittore Giovanni Tuccari (ME 1667-1743) e il deputato provinciale, ingegnere-architetto Giuseppe Lamonica (Castiglione 1843-1913).
Vive ad Aci S. Antonio (CT) dove ha insegnato per 25 anni nella locale Scuola Elementare. Amante della cultura classica, acquisita in ambito familiare, ha continuato a coltivare, dopo il Diploma magistrale, gli studi umanistici e filosofici.
Si dedica alla scrittura di poesie e racconti fin dall’adolescenza. Molteplici i premi e riconoscimenti ottenuti nei vari Concorsi Letterari Nazionali ed Internazionali, a cui partecipa dal 1979.
Fra i più significativi: nel 2001 il Premio unico per la Regione Sicilia al Concorso Dialetti d’Italia “Guido Modena” San Felice sul Panaro (MO).
Il Trofeo “Papiro d’argento” VII ed. (2005) e Trofeo “Papiro d’oro” X ed. (2008) al Premio “Poeti e scrittori siciliani” Siracusa.
Più volte premiata al 1° posto ai Concorsi “Giovanni Gronchi” e “Franco Bargagna” Pontedera (PI) – ai Concorsi internazionali dell’Associazione il “Convivio” Naxos (ME) e Mattinata (FG) – al Premio “Poesia Natale” Tremestieri Etneo (CT) sia per la poesia in lingua che in dialetto – al Premio “Città di Leonforte” Leonforte (EN) – al Premio “San Valentino” Quartu Sant’Elena (CA) – al Concorso “Peppino Caleca” Castellammare del Golfo ( TP ) e 2° posto al Premio “Sacra Famiglia” Cesano Boscone ( MI ) per la poesia dialettale.
Premio della critica al Concorso “Città di Salò” (BS) per la narrativa.
Nel corso degli anni ha raggiunto ragguardevoli traguardi sul territorio nazionale.
Compare in molte antologie e riviste letterarie di prestigio.
Risulta fra i 25 vincitori del Premio on-line “Racconti nella rete” 2008 con pubblicazione del racconto “21 “marzo 2058” nell’Antologia, edita da Nottetempo, presentata durante la Rassegna LuccAutori – Lucca.
Presente anche con poesie e racconti nella collana “I Vizi capitali” Antologia-Lab di Perrone editore (Roma) e nel Diario Poetico 2010 “Lieto Colle” ( Roma ).
Dal 2009 partecipa ai Concorsi Letterari indetti dall’Agenda dei poeti OTMA, Milano, classificandosi sempre ai primi posti.
Con la Silloge “Fiorite da ceneri di lava” ( LIBROITALIANO) pubblicata nel 2005, si è classificata al 1° posto al Concorso “Associazione Chiese Storiche” di Palermo – al 3° posto al Premio “Poesia Prosa Arti figurative” Associazione “Il Convivio” Naxos ( ME ), al Premio O.N.L.U.S “Poeti e Scrittori Siciliani” Siracusa, al “TROFEO PENNA D’AUTORE 2010″ Torino e al 4° posto al Premio “Villa Bernocchi” Premeno (VB) Finalista al “Premio Natale” Tremestieri Etneo (CT) e al Concorso “Il Portone” di Pisa.
Con “Il Convivio Editore” ha pubblicato, nel 2013 il libro di poesie “DISARMONIE DEL CUORE” 1° classificato al Premio VILLA BERNOCCHI, Premeno (VB) e Finalista al Premio-poesia “NATALE” Tremestieri Etneo (CT). Nel 2017 “FILIGRANE” silloge di poesie in dialetto con traduzione in lingua e un racconto. Nel 2018 una raccolta di Racconti “IRIS BLU” e nel 2019 la silloge “GOCCE-GOUTTES” mini-liriche tradotte in francese alla stessa autrice.
Il suo profilo compare nel I volume dell’Antologia di Poeti contemporanei siciliani (settembre 2020) curata da José Russotti. Presidente di Giuria del Premio Poesia Prosa e Arti figurative indetto all’Accademia internazionale “Il Convivio”, collabora con la rivista omonima.
POESIE:
A MIA MADRE
Hai varcato quella soglia
madre, senza far rumore
e sei là dove s’acquieta
il cammino della vita
nell’abbraccio del Mistero
sconosciuto a mente umana.
Ora, denudata immagine, ravvisi
la fatuità di quel mondo
che fu tuo ed è ancor mio
dove le paure e l’angoscia
ti resero forte e vigile
nel volgere dello sguardo
deciso, all’essenziale.
Allora nascondevi il fragile
bagaglio di speranze e di attese
dietro il ventaglio d’un pensiero
o la delusione in una lacrima
scivolata troppo in fretta
nel nodo d’un fazzoletto.
Oggi mi resti accanto, madre
col fare più discreto dei giorni
sbriciolati nell’incomprensione
d’un distacco, forse non voluto,
e mi sorreggi nel mio incedere
incauto dietro fatui miraggi.
T’accompagni al mio andare
con quel sorriso timido
che non conobbi se non fermato
nel lampo d’una foto in bianco e nero
e ti ripeti nei gesti e nell’affabile dire
col consueto trepidante moto.
Ora la tua voce, madre, riempie
il vuoto scavato dai miei silenzi.
ALZHEIMER
Il grigio opaco del pensiero
divergente ricopre a tratti l’azzurro
liquido dei tuoi occhi. Lo sguardo
fissa smarrito un punto vuoto.
Risucchiato nelle spire del tempo
volgi i tuoi passi verso sconosciuti
sentieri e la mente si perde
dentro tasselli frantumati
di fragili memorie. Spenti
ormai i verdi guizzi scattanti
e i bagliori dei fulminei lampi
a presagire tempesta, ti rifugi
nel silenzio. Il tuo domani
è diventato ieri, dell’oggi
ti sfugge il senso tangibile, e quando
la tua parola inciampa nel cammino
il tuo gesto incerto taglia l’aria
disegnando nuvole cave
dove muoiono le sillabe.
L’aitante possanza si piega
sotto i colpi d’una natura maldestra
che ti mortifica il corpo e la psiche.
Ridiventi bambino nella mani
di chi t’ebbe marito e amante
di chi ti vide padre rude e severo.
E cerchi quella tenerezza
che in tempi duri e difficili
la tua fanciullezza, forse, non ebbe.
Ma se nel buio della coscienza
s’accende un barlume di vita, trema
nell’iridescenza d’una lacrima
l’inquietudine dell’anima.
MARE D’INVERNO
I miei pensieri sospesi
al filo della memoria
mi sembrano
gabbiani impazziti
sullo sfondo d’un cielo di latte.
La tua immagine cavalca
la furia dei marosi
e si disfa e si ricompone
in una miriade di ricordi
alla battigia.
Riccioli di spuma
t’imbiancano le tempie
e le labbra non hanno più
il colore dei coralli
mentre i tuoi occhi d’alga
ammiccano dalla rete
sottile di rughe.
Mi riproponi il passato
ed i miei pensieri stridono
sulla sabbia del presente.
La solitudine non ricama
più tulle di seta sul mio capo
ma racchiude bagliori di perla
nel seno d’una conchiglia.
Eppure, il tempo che cambia
il sembiante
e ne sciupa le fattezze
non ha mutato sensazioni
cullate nel silenzio
né emozioni
scivolate sulla pelle.
Il mare d’inverno, ora
lascia tracce d’antico
all’arenile deluso
e sul violino delle stagioni
la sinfonia della vita
ha il mutevole tocco
delle tue dita d’artista
per cantare, uguale e diversa,
la magia dei giorni.
AMORE MALATO
Vivo nell’incertezza
D’un abbraccio lasciato
Ai confini del cuore.
Amo tutto di te…
La velata ironia
Dei tuoi sguardi di sfinge
La parola tagliente
Il brusco mutare di rotta
Nel mare procelloso
Degli affanni quotidiani…
Bevo le tue parole
Mi perdo nei tuoi silenzi.
Hai costruito il tuo mondo
Con lacci di seta
E di metallo, intorno al mio.
Ami tutto di me…
La mia pazza risata
La tenerezza dei baci
La ritrosia dei gesti,
Ma non il mio sbirciare
Oltre il cerchio delle tue braccia
Verso orizzonti più vasti.
Il tuo fiato sul mio
Appanna il cristallo fragile
Dell’intesa, e la linea d’ombra
Sulla frenesia dei sensi
Spezza in due la mia voglia
D’essere solo … una donna.
E resto ferma a guardarti
Mentre la mia vita si sgretola.
In lontananza, l’eco
D’un nero presagio
Si sfalda in rosse schegge
Contro il muro dell’indifferenza.
Carmela Tuccari