Breve Curriculum-Vitae

di Sergio Melchiorre

Sergio Melchiorre (poeta, sceneggiatore cinematografico, scrittore di racconti brevi e paroliere) ha insegnato francese all’I.S.I.S. «Città di Luino/Carlo Volonté» di Luino (VA). Ha scritto cinque sceneggiature cinematografiche.

Ha pubblicato la raccolta di poesie e aforismi «Uno di noi», «Rosso purpureo» e «Occhi autunnali».

14 novembre 2015, 1º Premio «Città di Bricherasio», Sezione Poesia d’amore in lingua italiana con l’Opera «Non cercarmi» con la seguente motivazione: «Il poeta, guidandoci con delicatezza attraverso le infinite suggestioni celate nella natura, ci invita in un mondo di sogno dove il respiro dell’amata e la luce dei suoi occhi si fondono nell’abbraccio dell’amore».

Il racconto «Il cacciatore di mosche» vince il 1° posto al Premio Internazionale di Letteratura «Per troppa vita che ho nel sangue Antonia pozzi», Arese (Milano) 03 giugno 2017, con la seguente motivazione: «L’aspetto più oscuro e aberrante di tutte le guerre: l’uomo che diventa predatore di un altro uomo, raccontato con una narrazione scorrevole e incisiva che punta sull’aspetto inconscio del pensiero umano, sulle conseguenze emotive, psichiche e affettiva che tale orrore provoca nella nostra coscienza, lasciando ferite indelebili tra le pieghe della nostra anima».

15 ottobre 2017, la lirica «Non cercarmi» ottiene il 1° posto al XXVIII Premio Nazionale «Città di Pinerolo 2017».

19 luglio 2018, la poesia «L’uncinetto d’avorio» ottiene il 1° posto al 2° premio Letterario Nazionale di Poesia «Memorial Salvatore Bonatesta», a Vernole (Lecce).

18 luglio 2019, gli viene conferito dal Comune di Vernole il Premio alla Carriera con la seguente motivazione ««Nel vasto panorama letterario, si affaccia con le sue liriche, ottenendo consensi di lettori e riconoscimenti.  Varie le sue pubblicazioni, recensite dalla stampa e dal web. Si intende premiare alla carriera, auspicandone una sempre più crescente presenza in ambito editoriale».

06 ottobre 2019, il suo libro «Occhi autunnali» ottiene il 1° posto al Premio Letterario «Città di Pinerolo», con la seguente nota di valutazione critica della Giuria: «In questo libro abbiamo la conferma di un autore molto prolifico, un poeta i cui versi spaziano sui più disparati temi, anche se la passione ha un posto di riguardo: “Ogni cosa che tocco/assume le sembianze/del tuo profilo”. Intense le poesie dedicate all’amore; “Portami sempre con te/all’interno dei tuoi sogni”. Commosso il ricordo del padre: “Sei andato via/prima che io potessi dirti/quanto mi manchi”. E della Madre: “Cerco la tua presenza/nell’indifferenza delle cose/che accarezzo. Sei nel silenzio/della tua assenza”. Vi è poi una particolare sensibilità per gli avvenimenti bellici legati alla sua terra, l’Abruzzo, un suolo che è stato teatro di sofferenze per la sua gente, una terra sulla quale è stato versato inutilmente ed ingiustamente del sangue innocente: “Non porgevi le spalle al nemico/neanche quando le pallottole/ si conficcarono sul tuo petto”. Ma a ben analizzare l’essenza poetica dell’autore si scopre altresì una marcata spiritualità, e non poteva mancare, insomma un legame tra la sua anima e la fonte di ispirazione: “L’anima/si fonde col respiro. /In una miriade/di rapsodia invernale. Fugace soffio divino».

06 ottobre 2019, il suo racconto «Il Maggiore Wigram», ottiene il Premio speciale per brano in prosa alPremio Letterario «Città di Pinerolo» 2019.

09 dicembre 2019, è nominato Responsabile Editoriale della Casa Editrice «Librintasca» di Vernole (Lecce) per la selezione e segnalazione di Autori contemporanei, nell’ambito della Letteratura e Poesia.

Gennaio 2020, è nella membro delle Giurie di preselezione del Firenze FilmCorti Festival 2020 (Rive gauche – Film e Critica), nella sezione lungometraggi cinematografici.

Il 18 ottobre 2020, al XXXI Edizione del Premio Letterario Nazionale «Città di Pinerolo» (Torino), con il Patrocinio dell’Assessorato alla Cultura e dell’ANPI, ha ottenuto il Premio Speciale della Giuria, con la seguente motivazione: «Si tratta di un racconto incentrato sulla figura di un emigrato di ritorno, fenomeno per certi versi comune in una regione segnata fortemente dall’emigrazione come l’Abruzzo. La stranezza consiste nel fatto che costui, cioè il protagonista, definito poi Volpe bianca, finisce per fare la vita da barbone. L’autore usa un linguaggio scorrevole, a tratti anche rude ed ironico, quando descrive le sue manie comportamentali o le reazioni degli abitanti. È una storia che si consuma tra l sponde di due continenti e che trova il suo epilogo triste tra l’indifferenza dei concittadini da una parte e la solitudine del povero cristo dall’altra, il quale sfoga i suoi lamenti sotto lo sguardo muto delle sue austere montagne. Un personaggio certamente insolito, che rimane abbottonato al suo segreto, svelato solo la sua scomparsa. L’abilità dell’autore sta nel rimarcare l’insensibilità della gente, la chiusura verso lo straniero, il rifiuto della solidarietà, il pregiudizio: disvalori che tra l’altro solitamente non si colgono nell’animo degli abruzzesi. Nell’evidenziare tutto ciò il racconto entra nel vivo della tematica dell’ANPI sul tema del razzismo. La Giuria, pertanto, decide di premiare il suddetto testo come miglior racconto».

Febbraio-marzo 2021, la sua poesia «Città di Luino» verrà esposta permanentemente nel «Giardino della Poesia» della Biblioteca di Luino (Varese).