L’incongruenza

I primi raggi del sole filtrano e illuminano l’acqua. Po stropiccia gli occhi e distende le gambe. Il corpo è già in movimento, mentre ancora la mente è intorpidita. La compagna, Sji, lo guarda con tenerezza. È  responsabile, oltre che affettuosa, e non può lasciarlo poltrire. Sono tante le cose da fare.

“È proprio limpida, oggi, l’acqua!” lei dice, mentre prende una foglia da terra e se ne serve per titillare le guance del suo uomo.

Po sorride e solleva una palpebra. I pesciolini che nuotano tutt’attorno agitano le pinne: salutano e manifestano la contentezza per l’inizio di un nuovo giorno.

Po si stiracchia e prende il calice dai petali rossi, colmo di uova del pesce preferito, che Sji ha preparato come prima colazione. Lei sta molto attenta all’accostamento dei colori, sa che un piatto si gusta con gli occhi, per prima cosa. Il sapore viene dopo.

“Caro, questo nuovo anfratto, scoperto da te, è davvero l’ideale per viverci! Hai saputo scegliere la distanza giusta dalla superficie, non tanto in alto da risultare pericoloso, non troppo in basso da non lasciar filtrare i raggi del sole!”

“L’hai reso tu così bello, cara!” risponde Po. “Hai decorato a meraviglia le pareti con quanto di meglio possa offrire il mare, da vera artista.”

Parlano usando il linguaggio dei segni, ma i gesti e le espressioni dicono già tutto.

Lei adora realizzare oggetti per la casa, cura i particolari per ogni cosa, soprattutto per quel che riguarda il suo aspetto.

Per l’ultimo due pezzi ha sperimentato un abbinamento di erbe particolari, del tutto azzeccato e in sintonia con i bermuda del marito. Cambiando vestiti, una persona può essere sempre diversa, ma è anche meraviglioso spogliarsi di tutto e  abbandonarsi all’acqua.

A Si piace molto ornare i capelli, lunghi fino alla vita, con conchiglie di mille fogge e dimensioni.

Per le grandi occasioni, mette al collo una collana di pietruzze in madreperla, ideale per una brunetta.

Si è contenta della vita, però qualche volta si fanno strada nella sua mente pensieri più profondi e, primo fra tutti, un interrogativo. Sempre più spesso, lei si chiede cosa possa esserci al di là del muro che limita il ‘loro’ spazio e la ‘loro’ vita.

Il mondo a disposizione è vasto, tuttavia la curiosità di andar oltre è fortissima.

Provengono rumori da quel luogo misterioso, talvolta, ma indistinti. Potrebbero essere voci? Il mare offre miriadi di specie. Perché dovrebbero essere loro gli unici esseri umani?

Invero, un sogno ricorrente per tutti è quello di superare la barriera e trovarsi a nuotare in acque (?) non più sconosciute, limpide e tiepide, circondati da piante e esseri straordinari.

Al risveglio, permangono sensazioni di stupore e appagamento, però le immagini risultano confuse, sfumate. Po ritiene che ancora non siano pronti alla svolta.

 “Bisogna aspettare! Del resto non si sta per niente male qui. Alla nostra famiglia non manca niente. Tu, cara, sei una moglie desiderabile sotto ogni aspetto; tu,  Don, sei il figlio che tutti vorrebbero avere; tu, dolce Ia, altrettanto. Abbiamo dei vicini affettuosi, disponibili. Cosa ci manca?”

Po, in genere, non finisce tanto presto di elencare tutto quel che di buono hanno. Ma nel loro mondo é per tutti la stessa situazione: tutti hanno tutto, cosa che comporta un pizzico di monotonia.    

Un dato di fatto è che nessuno è mai riuscito a oltrepassare la barriera, ma forse è altrettanto vero che nessuno ce l’ha messa tutta, per paura o qualcosa di simile.

Po si è sbrigato. Ha dato una ravviata, con una lisca, ai capelli corti e ricci e ha liberato il corpo da muschi appiccicosi, che gli risultano irritanti. Ora è pronto per andare in giro a raccogliere gamberetti.

Il carapace di una tartaruga sarà un ottimo contenitore. Po ne sceglie uno piccolo. Mangiare è una necessità, però quando bisogna togliere la vita a qualsivoglia essere vivente bisogna far di tutto perché non soffra. Importante è anche orientarsi su una via di mezzo della crescita, così da non mettere a rischi la sopravvivenza delle specie.

Lungo la via del ritorno, Po cammina sul fondo sabbioso, badando di non calpestare qualche granchio disattento. Quando ha tempo diventa spericolato e si addentra in grotte piene di fascino, sì, ma anche di potenziali pericoli.

Il figlio maggiore, Don, ha preso il carattere dal padre, pronto alle sfide, e pure la piccola Ia, che ha compiuto il primo lustro, ama mettersi in gioco ed esibirsi in volteggi affascinanti.

La notizia della gara per l’acquario più bello è stata accolta, pertanto, con grande entusiasmo da tutti i membri della famiglia Posidonia.

Do e Ia si son messi al lavoro di buon’ora. Il giorno prima hanno raccolto la maggior parte del materiale occorrente per la struttura, che  comincia a prendere forma: una base di ciottoli ben levigati, lunga due metri e larga poco meno. Per le pareti, i due fratelli hanno scelto degli steli tra i più sottili e resistenti allo stesso tempo, disposti all’intervallo ottimale tra loro, tale da non ostacolare il ricambio d’acqua. L’ossigeno, si sa, non è cosa di cui si possa fare a meno. Anche tutti loro, umani, di tanto in tanto devono risalire alla superficie per riempire i polmoni!

Il contenitore è a buon punto, realizzato con tale maestria da risultare quasi trasparente. Resta da ultimare il tetto, poco impegnativo, e, infine, la parte più pregnante: i viventi.

 La prima selezione verrà effettuata tra i pesci e gli organismi che si sono avvicinati in gran numero, attratti dagli insoliti movimenti, con preferenza a quelli che si muovono con maggiore eleganza; grandi, ma non tanto da occupare molto spazio; piccoli, ma non tanto da poter dileguarsi.

L’inserimento di qualche essere fosforescente risulterà oltremodo utile, in caso di scelta laboriosa dell’acquario vincitore.

Prima, comunque, occorre collocare piante e muschi, cosa, anche questa, non facile. I ragazzi sanno che è fondamentale decidere cosa sistemare in primo piano, come sistemare lo sfondo. La posizione di ogni singolo elemento sarà importante per il senso di profondità.

E il tempo vola. Ecco la giuria.  Il primo colpo d’occhio influenzerà alquanto la scelta dell’acquario vincitore. Don e Ia hanno puntato  molto su questo aspetto e sono soddisfatti del risultato. I giurati lo saranno altrettanto?

Don li accoglie con un sorriso misurato e fa per mettersi da parte, ma il suo movimento non si conclude e lui resta bloccato, con lo sguardo fisso davanti a sé.

In un altro tempo, in un altro spazio, un ragazzo dell’età di Don, pressappoco, ha fermato il suo esperimento giornaliero perché si è accorto della presenza della madre.

Ragazzo; “Che ne pensi, mamma?”

Madre: “Il tuo esperimento mi sembra interessante. Confrontandolo con l’ultimo, noto un certo miglioramento. Trovo azzeccata l’idea dell’ambientazione del genere umano in un acquario, dal momento che era la vita acquatica il perno della prova assegnata, con ampio spazio alla fantasia. Secondo me, tuttavia, qualche tuo compagno o qualche compagna ti batteranno facilmente.”

Ragazzo: “Mamma, sei la solita rompina. Sempre da ridire su tutto quello che invento io. La mia media creativa, invece, è alta; nessuno si lamenta del mio rendimento.”

Madre: “Preferiresti non fare progressi? Qualsiasi cosa è perfettibile. Ci vuole impegno.”

Ragazzo: “Qua cosa cambieresti tu, che sai sempre tutto? Cosa c’è che non va nel mio programma? Non mi hai fatto alcun appunto sulla fase 1 e sulla fase 2.”

Madre: “Aspettavo, in effetti, la fase 3, conclusiva, conoscendo il tuo caratterino di refrattario e insofferente alle osservazioni. Ebbene, per prima cosa sottolineo un certo anacronismo, come dire, comportamentale.”

“Sii più esplicita.”

Madre: “Non hai inserito nessun sotterfugio, nessun tentativo di corrompere la giuria, nessun atto di violenza. Ciascuno fa il suo dovere, rispetta le regole e potrei continuare all’infinito il mio elenco. Il genere umano non era così.”

Ragazzo: “Hai ragione, mamma, quando dici che non c’è nulla che non si possa migliorare.  Riflettendo, devo convenire che c’è tanto da cambiare e comincio da te.”

Il ragazzo punta sulla madre il laser e pigia. La madre si dissolve. Nella stanza si accende una luce lampeggiante e  una voce metallica scandisce: ‘Madre da rimpiazzare’.

smart