“Cristalli di Luce”
(A.C. La Biglia Verde)
La Poetessa Rosa Maria Chiarello

All’inizio mi è sembrata una poesia triste, molto triste … ma rileggendo le liriche mi sono accorta che il ricordo, in questo caso, non può essere associato alla tristezza ma ad una vita felice, vissuta con quella intensità che mai si potrà scordare.

La silloge poetica di Rosa Maria Chiarello, rappresenta un lungo viaggio dentro alle emozioni più nascoste. La poetessa ci racconta dei suoi affetti, dei suoi legami, dei momenti passati che mai potranno tramontare perché anche se passati continuano, come “cristalli di luce”ad illuminare ogni giorno della sua esistenza.

Un flusso continuo di nostalgiche sensazioni, un connubio tra passato e presente che ,a volte, si fonde confondendosi tra ciò che è stato e ciò che ancora è. Anche la coniugazione di molti verbi all’interno delle liriche aprono quel varco di speranza che accompagna una presenza non più fisica ma spirituale.

“ Sono qui seduta sulla tua sedia in questa casa vuota. Tutto mi parla di te. Tu sei la mia mamma e sei la più forte, io ti guardo e sto in silenzio. Tu sorridi, chiudi gli occhi e te ne vai”.
Questo legame indissolubile con la mamma è qualcosa di veramente straziante ed emozionante. L’autrice dedica molti versi alla madre e in ogni singola parola si respira questa sua grande disperazione di non averla fisicamente più accanto a lei! Per fortuna Rosa Maria Chiarello percepisce il suo immenso amore sotto forme diverse.

“Il mio Angelo sei, riconosco il tuo profumo, il tuo incedere dolce e delicato”.
Tante le liriche rivolte alla famiglia; poesie scritte per il suo adorato papà, la sua nonna, ma anche i suoi figli, gli amici, persone a lei molto care, che continuano ad accompagnare il suo cammino. Dolcissimi i versi cantano la sua spensierata infanzia a casa della nonna, con tradizioni e costumi del paese.
“Pomeriggi assolati di una estate paesana. Un mulo carico di biada si trascina col suo padrone. Ci coccoli con le brioscine di Agostino e col girasole appena sfornato”.
Versi delicati, semplici, diretti, accessibili a tutti! D’altronde la poesia secondo me deve arrivare in modo diretto ad ogni interlocutore, deve essere percepita con grazia ma senza troppa difficoltà di interpretazione.
Si parla anche di un amore che, a volte, rappresenta un’alba altre un tramonto ma che pur sempre è linfa vitale per un cuore sincero e puro.
“ Vieni via con me, non andare, stringimi forte, fuori è notte. Staremo ancora insieme nel percorso della vita intrisa di sogno e verità”.
L’autrice nelle sue poesie parla spessa con Dio, gli chiede di riunire i popoli della terra, di mantenere la pace e far risorgere l’uomo nell’abbraccio dell’amore.
“ Confido in Te Signore e nel tuo Sostegno”.
Desiderio di un mondo migliore, dove solo la solidarietà, l’integrazione, il rispetto possono scuotere le coscienze di molti. Rosa Maria Chiarello scrive di quei barconi colpiti da onde folli del mare, racconta di corpi provati, di sconforto, di disperazione…ma anche di mani che si giurano eterno amore guardando le stelle.
Tanti i temi presenti in questa raccolta di poesie, notevoli spunti di riflessione riemergono da ciascuna lirica; il tema centrale, come ho già scritto, è il ricordo che avvolge qualsiasi pensiero dell’autrice. Ricordi che, come radici di una pianta,le trasmettono sicurezza, conforto, pace, aiutandola ad affrontare le difficoltà che la vita ogni giorno le presenta. Ne scaturisce un vissuto felice, una famiglia unita, tradizionale, legata alle feste, alle usanze del proprio paese. Tutti questi elementi assemblati fra loro, permettono a Rosa Maria Chiarello di trovare sempre quella luce in fondo alla sua anima che la aiuta a dare un senso ad ogni suo respiro.

Concludo questa recensione raccomandando i lettori di rileggere più volte i versi dell’autrice al fine di poter apprezzare fino in fondo il senso delle sue liriche.
CITAZIONE
“ Non so pensarti sulla nuda terra, non so consolarmi al pensiero che non ci sei. Seduta sul tuo letto sento ancora il tuo profumo, mi aggiro per casa alla ricerca di te, annuso i tuoi abiti e tutto ciò che ti appartiene, mi aspetto che da un momento all’altro entrerai da quella porta. Ma non lo farai”.

RECENSIONE A CURA di Alessandra Di Girolamo ©