“Gli Orleans in Sicilia” del professore Vittorio Lo Jacono Opificio INGHAM
Molte volte ignoriamo o addirittura dimentichiamo la storia della nostra città, chiudendo a doppia mandata cassetti (contenenti radici della nostra cultura) mai aperti! Poi, un giorno, ci troviamo tra le mani un libro che spalanca le porte della nostra curiosità e, solo allora, ci rendiamo conto che bisognerebbe dedicare più tempo al nostro passato affinché non venga mai “seppellito”.
Esattamente il 20 Giugno 2019, presso il “ Salotto Culturale” di Nicola Macaione , Spazio Cultura di Palermo,ho avuto il piacere di assistere alla coinvolgente ed entusiasmante presentazione del libro “Gli Orléans in Sicilia Il duca d’Aumale, un luminare, Palermo, Terrasini e lo Zucco”, dello scrittore Vittorio Lo Jacono. Sono rimasta subito affascinata dall’intervento di Giacomo Fanale (autore dell’introduzione dello stesso volume) che, in maniera molto diretta e incisiva, ha catturato l’attenzione di una “platea” gremita. Un fiume di parole ha rinfrescato e approfondito concetti circa le tradizioni, i costumi, la storia, l’identità della nostra Sicilia, patrimonio culturale. Giacomo Fanale, ci ha raccontato di episodi, di eventi, di aneddoti che riguardano la nostra Isola, fatti e avvenimenti, sicuramente, a molti del tutto sconosciuti. E’ stata sottolineata l’importanza che il capoluogo ha assunto nel corso dei secoli ( la presenza di persone illustri, dominazioni imponenti, tappe storiche di un certo spessore) e che, purtroppo, non è riuscita a conservare e tramandare come sarebbe stato giusto che fosse.
Entrando nel merito del libro di Vittorio Lo Jacono, ho trovato graditissime le innumerevoli immagini pubblicate all’interno del testo; scatti scelti con cura e con minuziosa descrizione , ritagli di vita che rendono la lettura particolarmente esaltante. Molto apprezzata la Galleria Fotografica presente alla fine del libro, dove il lettore rimane veramente appagato da tanta beltà. La sensazione è quella di sentirsi avvolti, come in fasce per intenderci, in questo armonioso viaggio dentro alle origini di una Palermo che vanta persone formidabili quali il duca Enrico Eugenio Filippo Luigi d’Orléans duca d’Aumale.
“ Fu sicuramente un uomo eclettico e con una personalità dalle numerose sfaccettature, fu politico, militare,imprenditore, agricoltore, collezionista d’arte e di quadri …”
La cosa sorprendente di questo libro è il filo conduttore che lega l’Italia, precisamente la Sicilia (Palermo, Terrasini, Montelepre) con la Francia, un ponte ,questo, dove lo scambio culturale raggiunge livelli davvero sorprendenti. Le foto del castello di Chantilly, con le camere da letto del duca e della duchessa, le sue meravigliose porcellane, il suo museo, la sua biblioteca si alternano con la bellezza del Palazzo d’Orléans a Palermo (oggi sede della presidenza della Regione Siciliana) del suo parco ricco di specie ornitologiche e dei vari paesaggi relativi alla tenuta dello Zucco, di Terrasini con la sua Torre Alba e della collina di Femminamorta. Immagini notevoli e suggestive!
Il duca d’Aumale è ricordato come un uomo dalle mille qualità, ma soprattutto una persona che a livello umanitario ha dato tanto al suo paese; ha investito parecchio affinché la produzione del suo vino ( vino Zucco) varcasse qualsiasi confine, conferendo prestigio alla sua terra. Tutti i lavoratori avevano paghe soddisfacenti e tutti venivano trattati con il massimo rispetto; questo penso sia un lato da non sottovalutare, visto la società in cui viviamo oggigiorno, sommersa dai pesanti problemi legati alla disoccupazione e allo sfruttamento.
“ Il duca era amatissimo dalla servitù e da tutti i contadini, ogni volta che arrivava allo Zucco tutti andavano a salutarlo alla stazione ed era sempre una grande festa. Egli per loro era un vero padre e per il Duca tutta la popolazione rappresentava la sua famiglia”. Indubbiamente Enrico Eugenio Filippo Luigi d’Orléans duca d’Aumale è stato un uomo molto innovativo per i suoi tempi; sempre alla ricerca di macchine nuove per la
produzione, di metodi alternativi di irrigazione, di tecniche ottimali per produrre un vino che potesse soddisfare anche i più esigenti.
“ Lo Zucco era il fiore all’occhiello della Sicilia, sia in termini di ammodernamenti delle tecniche agricole ed enologiche, ma anche in termini economici in quanto dava lavoro ai contadini di Montelepre e dell’intero circondario”.
Ci tengo a sottolineare che la realizzazione di questo libro è stata possibile grazie alla collaborazione di Benedetto Davì, caro amico dell’autore Vittorio Lo Jacono, infatti gli antenati dello stesso Davì gestirono il casello ferroviario n. 42, molto vicino alla stazione Zucco – Montelepre fatto costruire dallo stesso duca d’Aumale.
Numerosi gli artisti citati nell’opera dello scrittore: pittori, scultori, architetti, ingegneri, poeti nazionali ed internazionali che, con il loro contributo, hanno reso possibile il trionfo dell’arte.
“Pierre d’Orgemont, Jean Bullant, Honoré Daumet, Jean-Francois Leroy, Jean-Louis Victor Grisart, Christophe Huet,Victor Vilain, Louis Menessier,Jean Antoine Fraisse, Charles Francois Jalabert, Benedetto Civiletti, Georges Paul Chedanne, Francesco Lojacono, Raffaello, Narcisse Diaz, Carlo Palazzolo,Victor Hugo…
Lo scrittore Vittorio Lo Jacono cita abbondantemente anche una parte della tesi di laurea ( 2003-2004) dell’ingegnere Alessandro Bono (giovane partinicese) che ha dedicato ampio spazio al feudo dello Zucco.
Concludo questa mia recensione rinnovando i complimenti allo scrittore e consigliando la lettura del suo interessantissimo libro. Un invito a non dimenticare le radici della nostra terra!
Ansiosa di leggere anche gli altri volumi e in particolare quelli dedicati a Mondello ( quartiere e località turistica del capoluogo, conosciuta in tutto il mondo) che da palermitana amo tanto.
RECENSIONE A CURA DI Alessandra Di Girolamo ©