Autrice Antonella Polenta

Questo è il primo libro che leggo della scrittrice Antonella Polenta, ma posso affermare di aver avuto modo di apprezzare, attraverso vari contest proposti in diversi gruppi letterari facebook, molti suoi pensieri sia sotto forma di prosa che di poesia. L’autrice riesce in maniera esaustiva ed esauriente ad esprimere concetti importanti, corposi riguardanti il mondo della letteratura, della filosofia, dell’arte e della storia, fronteggiando tematiche socio politiche sempre attuali.

Analizzando il libro: “ Una Donna in Gabbia” ( Bertoni Editore) si percepisce fin dalle prime pagine lo spessore dei temi ai quali dedicheremo la nostra completa attenzione.
Siamo in un contesto storico che abbraccia un periodo dell’Italia conosciuto come “ Gli anni di piombo”, periodo che solitamente si fa iniziare nel 1968 per poi farlo finire verso i primi anni 80.

Anni difficili che vedono protagonisti numerosi scontri tra ideologie “liberiste” e quelle appartenenti al comunismo. Queste rivolte fanno da cornice al coinvolgente libro di Antonella Polenta. La scrittrice come se avesse tra le mani un ventaglio, apre numerose prospettive sulla figura della donna; la sua capacità di relazionarsi con il prossimo, con sé stessa, attraverso una profonda analisi introspettiva mirata a conoscere fino in fondo l’essenza del nostro essere o del nostro apparire.

Qui entrano in scena le protagoniste del libro: due sorelle completamente diverse tra loro! A parte l’aspetto fisico, è proprio la loro filosofia di vita che non trova riscontro, convergenza tra i loro pensieri comuni, anzi come due magneti con poli uguali si respingono.

Il concetto di libertà, di indipendenza è rappresentato da Agave e il ruolo conformista assegnato ad Alina.
Personalità marcate da un’educazione familiare, dove il secondogenito non ha avuto (o non ha saputo conquistare) gli stessi privilegi del primo figlio.

Ho apprezzato parecchio gli approfondimenti religiosi, filosofici ma anche artistici che l’autrice è riuscita ad esporre, utilizzando un linguaggio ben strutturato, accurato, ponderato, frutto di un dettagliato e documentato studio. Antonella Polenta cita Kant, Platone, Cartesio, Aristotele, Hegel, Van Gogh, Gaughin, Modiglioni, Soutine…)
Varie culture messe a confronto per permettere al lettore uno scambio costante e preciso di tematiche intramontabili. Molto interessante anche l’esposizione relativa alla teoria sugli alimenti ( Yin e Yang) e la rappresentazione del Tao ( equilibrio, benessere).

L’autrice riesce, con grande maestrìa, a farci vivere le emozioni dei suoi personaggi. Si ha la sensazione di avvertire le paure, le angosce, il disagio di Alina, ma anche la determinazione di Agave (che alla fine riuscirà pure a sorprenderci) il mondo sfuggente di Léon, il coraggio dei tanti ragazzi universitari, la perseveranza, la loro costanza nel perseguire i propri propositi, ideali e soprattutto la voglia di cambiare il mondo.

In questo libro, ovviamente, si parla anche di amore e sesso. Il modo in cui Antonella Polenta approfondisce alcune scene, conferisce al libro un’eleganza da non sottovalutare. Ogni parola, ogni susseguirsi di emozioni, regalano al lettore attimi di piacevole abbandono.
Bisogna comprendere il senso della parola amore e non bisogna assolutamente confonderlo con altri sentimenti che potrebbero offuscarne la vera essenza. Leggendo il libro comprenderete a chi e a cosa io mi stia riferendo.
Prima di concludere la mia recensione, vorrei sottolineare la bravura della scrittrice nell’introdurre ( in punta di piedi) attimi di suspense, di mistero che hanno arricchito ulteriormente la qualità dello scritto.

Molto bella la cover che rispecchia l’anima del libro ( ringraziamo lo scrittore Domenico Carpagnano per aver consentito l’utilizzazione di una sua opera) e ho trovato parecchio interessante anche la prefazione di Lucia Pippi.
Complimenti vivissimi ad Antonella Polenta. Ovviamente ne consiglio la lettura.
Citazione: “ Per individuare i compagni che dovevano prendere parte all’attentato, senza escludere le donne considerate paritarie in tutto e per tutto, il leader propose di utilizzare il metodo classico dei bastoncini”.

RECENSIONE A CURA DI Alessandra Di Girolamo ©